Nel periodo trascorso da allora, il dibattito è andato avanti e nelle prossime settimane ci sarà un'importante occasione di confronto su questo argomento.
Il 17 maggio la risposta dell'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bellusco, arch. Stucchi:
Leggo con un certo stupore, determinato dai toni e dal contenuto, della petizione di cui mi avete mandato una copia.
Ogni soggetto politico imposta la propria azione come ritiene più opportuno, ma penso che l’Amministrazione comunale di cui faccio parte non si sia mai sottratta a richieste di confronto anche pubblico.
Essendo stato messo in copia a questa comunicazione ed essendo l’assessore ai lavori pubblici di quest’Amministrazione mi sembra doveroso esprimere le mie considerazioni.
Innanzitutto il tono.
“Ci risiamo: l’Amministrazione comunale ha bandito un concorso d’idee … “ poiché è il primo concorso d’idee su quest’area, mi sembra che la prima obiezione sia contro lo strumento del concorso d’idee in sè. Sono invece convinto che questo sia uno strumento utile e positivo. E’ stato utilizzato per il progetto della piazza, e recentemente per il progetto di massima dell’area “campus” e ora per l’area a verde ricreativo e sportivo a est del paese. Lo strumento permette ai progettisti di esprimersi più liberamente e con maggiore creatività senza il pesante vincolo di un preciso operatore di mercato, permette alla pubblica amministrazione di inquadrare i singoli interventi in un progetto territoriale più ampio, permette alla pubblica amministrazione di avere maggiori strumenti di valutazione per la propria programmazione e anche nelle trattative di compensazione con gli operatori privati. La formula scelta che non prevede l’assegnazione dell’incarico al vincitore permette all’Amministrazione di fare una successiva sintesi delle varie proposte.
“L’Amministrazione non vuole prendere in considerazione il fatto che il consumo forsennato di suolo sta mandando allo sfascio il settore agricolo”, non capisco da cosa si deduce che “non si voglia prendere in considerazione”. La partecipazione di quest’Amministrazione e di quelle precedenti, negli ambiti in cui si è affrontato questo tema è sempre stata attiva e propositiva orientata alla concreta fattibilità delle proposte: dalla creazione del PLIS del Rio Vallone all’attuale discussione sul PTCP. Sul merito della situazione dell’agricoltura nella nostra zona ho una mia opinione che esprimo più avanti.
“… non si capisce perché l’Amministrazione continui a offrire aree di edificazioni sovrabbondanti, …” Anche in questo caso non capisco quel “continui a offrire” a quali atti di quest’ Amministrazione si fa riferimento? Nel PGT vigente c’è in pratica una sola area di espansione residenziale che è quella attigua a quella oggetto del concorso.
Nel merito
Il concorso d’idee sollecita il senso civico dei progettisti a confrontarsi con il tema della progettazione paesaggistica di un parco pubblico destinato ai cittadini per il tempo libero organizzato e non organizzato, esteso a tutta l’area libera a est del paese fino ai propri confini. L’area è di 379.500 mq di cui circa 24.000 già utilizzati per parcheggi e campi sportivi, l’ipotesi è che si possano aggiungere a questi altri 6.000 mq per attività sportive e urbanizzazioni varie, portando l’area non naturalistica a circa 30.000 mq pari a circa l’8% di tutta l‘area, il restante 92% dell’area sarà area naturalistica da utilizzare per il tempo libero. All’interno di quest’area si pensa possa trovare spazio magari un anfiteatro naturale per un concerto all’aperto o per un’associazione che voglia organizzare una festa temporanea, nella tipica tradizione dei parchi extraurbani. Il fatto di prevedere questa possibilità nella progettazione del parco dovrebbe evitare quei conflitti tipici tra parco e attività ricreativa che caratterizza soprattutto i parchi storici.
Dopo la valutazione dell’apposita commissione che ha il solo scopo di assegnare i riconoscimenti ai partecipanti, tutti i cittadini potranno vedere discutere e valutare se i 38 progetti che ci sono arrivati soddisfano questi criteri e tutti gli altri previsti nell’art. 3 del bando che riproduco qui di seguito.
Art. 3 Tema del concorso
Il presente concorso prevede di individuare le soluzioni morfologiche urbane ottimali per:
• realizzare un’area destinata allo sport e al tempo libero (priorità 1);
• costituire una riserva di aree verdi di proprietà pubblica a completamento e ridefinizione del margine del tessuto urbano, finalizzata alla realizzazione di servizi, pur con l’obiettivo di preservarne la naturalità (vedi DdP 22.0 – direttiva 10);
• contribuire ulteriormente a garantire il mantenimento del corridoio primario della rete ecologica, indicato nel PTCP della Provincia di Milano (Rif. PGT di Bellusco, DdP 3.0 “Inquadramento Urbanistico Territoriale PTCP”, Estratto tavola 7 “Ambiti destinati all’attività agricola”) (priorità 2), e PTCP della Provincia Monza e della Brianza adottato, Tav.6a “Progetto di tutela e
valorizzazione del paesaggio”;
• creare una permeabilità e una connessione tra l’area di nuova acquisizione (AC14) e le attuali proprietà del Demanio Comunale, che permetta l’integrale saldatura delle stesse per eventuali futuri sviluppi di pianificazione urbanistica con finalità pubbliche (priorità 1);
• realizzare un ingresso a valenza simbolica che rappresenti “la porta” dell’intero ambito e l’accesso alla rete di sentieri del parco Rio Vallone (priorità 1);
• creare parcheggi atti ad accogliere la diversa utenza e che possano garantire l’accessibilità anche nel rispetto della normativa di riferimento delle attività sportive insediate e/o insediabili (priorità 1);
• insediare strutture per lo sport integrate con quelle esistenti e nel rispetto delle aree abitate limitrofe (priorità 1);
• prevedere strutture sportive e/o di servizio caratterizzate da scelte architettoniche atte a determinare un equilibrato rapporto con le aree non edificate e/o a verde (priorità 1);
• progettare ogni elemento (edificio o area o struttura) nel rispetto della sostenibilità ambientale (riduzione dei consumi energetici, produzione energetica da fonti rinnovabili, riutilizzo e riciclo, materiali eco-compatibili, ciclo dell’acqua) (priorità 1);
• ideare ampi spazi a verde (prato) utilizzabili per attività libere e, alternativamente, finalizzati ad accogliere eventi anche di valenza sovra comunale (priorità 2);
• realizzare un centro per il gioco del tennis su un area di circa 6.000 mq, con strutture mobili di copertura dei campi, un’area ristoro in uso esclusivo per i soci e non aperto al pubblico, parcheggi di corrispondenza. Il centro dovrà sorgere a ovest dell’area, vicino alle strutture sportive destinate al gioco del calcio già presenti, e il disegno dello stesso dovrà garantire un ridotto impatto paesistico e un “dialogo” visivo armonico con l’area non occupata da strutture (priorità 1);
• disegnare un percorso vita attrezzato aperto al pubblico (priorità 2);
• prevedere la possibilità di insediare un’attività economica che possa garantire la copertura dei costi di manutenzione/gestione dell’area (priorità 2);
• progettare recinzioni esclusivamente a protezione delle aree sportive e/o degli edifici (priorità1);
La questione agricoltura è complessa; da almeno un paio di secoli in tutta “l’alta pianura asciutta” sta vivendo profonde trasformazioni che ne evidenziano la crisi di ruolo. Anche l’ultima trasformazione che ci ha regalato una bellissima fioritura di un giallo intenso nel mese d’aprile, dei campi di colza è il tentativo di trovare nell’assistenzialismo delle politiche europee un ruolo economico di questo settore nella nostra zona. L’agricoltura nella nostra zona ha perso da tempo il connotato di un’attività ecologica. Certo si può fare un’agricoltura diversa, senza prescindere però dalle condizioni naturali del suolo. L’area che con questo intervento si va a sottrarre all’agricoltura è la meno adatta per le attività colturali. Prima che la contingenza internazionale dalla metà del XVIII secolo imponesse l’agricoltura cerealicola intensiva nella nostra zona, questa era un’area di brughiera e boschi, a quella versione aggiornata si potrebbe andare.
Per quanto riguarda il dato sulle case sfitte, gli uffici comunali non hanno la possibilità di incrociare le diverse banche dati dei vari enti che soli potrebbero dare risultati significativi, la percezione è che non sia un dato estremamente significativo per il Comune di Bellusco e non si sono investite energie su questa ricerca, se altri soggetti hanno la possibilità di fare questa ricerca con risultati diversi l’Amministrazione è pronta a riconsiderare la questione.
In merito alle richieste:
Per quanto riguarda la politica fiscale sulla casa siamo tutti in attesa di capire quali saranno gli spazi di decisione per gli enti locali. Con riferimento all’IMU però siamo intervenuti al contrario, allegerendo e non aggravando la posizione di alcune case sfitte di proprietari che per esempio risultavano aver trasferito il domicilio nella casa di cura dove erano ricoverati. Bellusco non è caratterizzata dalla presenza significativa di grandi patrimoni immobiliari.
Il ripristino delle aree non utilizzate se risolto dalle controversie giudiziare, ma anche amministrative (bisogna restituire l’IMU pagata?) saranno oggetto della revisione del PGT, a sua volta prevista nel 2015.
L’ottimizzazione delle aree di via Pascoli passa per un decongestionamento delle attività previste in quell’area e, ancora una volta, a un utilizzo libero e pedonalizzato delle aree che si potranno liberare. Anzi, col senno di poi, mi sento di ammettere che non siamo stati sufficientemente coraggiosi in quest’opera di decongestionamento.
Sulla crescita zero, disponibile a parlarne e valutare cosa è concretamente fattibile.
La tutela del verde non passa solo dai PLIS (anzi piuttosto deboli). Penso che il perimetro del parco debba mantenere una certa continuità senza soluzione di continuità.
Mi scuso per la lunghezza delle mie osservazioni ma, cercando di essere chiaro, non sono riuscito a sintetizzare oltre.
Non mi ci metto oltre ad elencare tute le azioni concrete che questa Amministrazione, anche in continuità con quelle precedenti, ha messo in atto in campo ambientale e di tutela del territorio, trovando sempre la disponibilità dei cittadini e delle associazioni.
Nella consapevolezza che questa Aministrazione non si è mai sottratta a momenti di confronto e nella convinzione che il confronto è efficace nel momento in cui lo si cerca, ribadisco la disponibilità ad un confronto nel merito sui temi in oggetto.
Successivamente, il Comitato ha inviato all'Assessore la risposta che è riportata qui sotto:
Caro Francesco,
innanzitutto ti ringraziamo per la
risposta, che è l’unico segnale pervenutoci dall’Amministrazione
dal febbraio 2009, quando presentammo le osservazioni al Piano di
Governo del Territorio (PGT). Anche la nostra petizione dello scorso
anno, corredata di solo 44 firme e analoga a questa, non ha prodotto
nessun risultato. Per quanto riguarda il tono, quando presentammo la
proposta di crescita zero, in una delle assemblee preparatorie al
PGT, l’attuale sindaco la definì stalinista, mentre Massimiani ci
accusò di voler impedire che le coppie facessero figli. Tieni
presente che noi abbiamo partecipato solo in nome di un interesse
collettivo, magari interpretato male, mentre i pochi altri presenti
seguivano esclusivamente il loro interesse personale. Le osservazioni
al PGT non ricevettero nessun commento dell’Amministrazione.
In
Consiglio comunale l’architetto Pozzi le liquidò dicendo che non
avevano la formulazione specifica delle osservazioni e che erano di
taglio troppo generale. Da un tecnico potremmo anche accettare questa
risposta, anche se facciamo notare che avevamo speso circa 7
mattinate di analisi delle tavole e che avevamo trovato dei copia
incolla con cui l’architetto aveva malamente trasportato in quel di
Bellusco un PGT che aveva evidentemente fatto per qualche comune
montano. Avevamo anche individuato numerosissimi errori nelle tavole
e delle contraddizioni clamorose fra il vecchio piano regolatore e il
PGT, sia nella dimensione del territorio comunale, sia soprattutto
nel consumo di suolo, che era passato dal 36,67% al 29%, ma
l’architetto si guardò bene dal ringraziarci per il lavoro svolto
e presumiamo che gli errori (errori?) siano ancora lì, con buona
pace del principio d’identità del povero Aristotele. La
maggioranza però, avrebbe dovuto almeno concederci un incontro e
spiegarci perché, politicamente, riteneva impraticabili le nostre
proposte (per la crescita zero avevamo anche fornito documentazione
del Comune di Cassinetta di Lugagnano, che le aveva messe in
pratica). Visto che stiamo recriminando sul passato, completiamo il
quadro: nei due piani regolatori del 1990 e 1994 le previsioni
demografiche erano clamorosamente sovradimensionate, ma nonostante le
nostre proteste, restarono tali e quali, ovviamente perché servivano
a dotare il paese degli edifici “necessari”. A posteriori,
vedendo anche il numero delle unità abitative e dei capannoni vuoti,
i protagonisti delle giunte di allora, in certi casi ancora sulla
breccia, potrebbero, con un po’ di onestà intellettuale, ammettere
che i vari Bordogna, Spiga, Dall’Osso e Dall’Asta avevano avuto
ragioni da vendere. Dai 5950 abitanti del 1990 siamo passati a poco
più di 7000 in 23 anni, mentre nel 1990 il PRG ipotizzava già 8000
o 9000 abitanti nel successivo decennio.
Dato il titolo della petizione, il
nostro “Ci risiamo” è rivolto all’ennesimo consumo di
territorio agricolo. Si è già dimenticato il centro sportivo di
Camuzzago? Secondo i calcoli di Legambiente (associazione dialogante
e moderata, non certo barricadera) nell’ultimo decennio sono stati
cancellati 75 ettari di terreno agricolo, mentre con l’ampliamento
del centro sportivo ne perderemo altri 30. Saranno pure adatti alla
brughiera, come dice la tua istruttiva analisi, ma attualmente sono
coltivati e comunque a noi la brughiera e i boschi piacciono
tantissimo: fanno molto old England e potrebbero attirare turisti a
Bellusco!
Quanto al concorso d’idee, hai
dimenticato che il primo a proporlo a Bellusco fu Gennaro Bordogna e
che noi non l’abbiamo mai contestato. Semplicemente va utilizzato
per recuperare gli edifici vuoti, come l’area Bloch.
Nel PGT vigente le aree di
trasformazione sono 14.
Evidentemente non cogli la differenza
tra area naturalistica e verde pubblico attrezzato e questo spiega
anche perché nella tua risposta non parli dei corridoi ecologici
primari. La fauna selvatica è disturbata dalla presenza dell’uomo,
da eventuali concerti rumorosi, dall’arrivo delle auto in occasione
delle gare sportive e via dicendo. Un corridoio in mezzo alla
brughiera va benissimo, un po’ peggio fra campi di pannocchie e
decisamente male in una situazione come quella prevista dal bando di
concorso.
Sulle case sfitte si gioca la partita
più importante: i vecchi piani regolatori avevano il numero dei vani
vuoti. Se ci riuscivano allora, perché il PGT non ci riesce più? E
perché il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
ha lanciato la campagna nazionale “Salviamo il paesaggio” proprio
per chiedere alle Amministrazioni di censire tutte le unità
immobiliari vuote ai fini di una corretta programmazione urbanistica
e per evitare il consumo di suoli vergini? Gli architetti e gli
esperti del Forum sono così sprovveduti? Fra l’altro alcuni Comuni
hanno risposto e compilato la modulistica. Se ci sono riusciti loro,
perché non ci riesce anche Bellusco? Abbiamo comunque scritto al
Forum (di cui il CTDA fa parte) per avere una risposta tecnica
esauriente e appena arriverà te la gireremo con piacere.
Sulla politica fiscale non siamo certo
noi che vogliamo punire gli anziani in casa di riposo o cura. Abbiamo
semplicemente cercato di individuare una leva fiscale che possa
indurre i proprietari di immobili vuoti a venderli o affittarli. La
crescita zero ovviamente fa lievitare i prezzi del già costruito,
dando un premio ai proprietari, non di rado immobilisti percettori di
rendita che non lo meritano. La leva fiscale crea un equilibrio più
giusto e corretto. Nell’”Agenda 2013” messa a punto da 7
associazioni ambientaliste, (tra cui WWF, Greenpeace, Legambiente,
FAI e CAI) a pag. 8 si trova qualcosa di simile: “…intervenire
fiscalmente per disincentivare il consumo di suolo e, al contrario,
rendere fiscalmente vantaggiose le pratiche del riuso di suolo e
della riqualificazione edilizia e urbana.” Seguono le proposte di
contenere per via normativa il consumo di suolo e di penalizzare
fiscalmente, in modo particolare, le aree esterne al già insediato.
L’immobiliare “Borgo” (non
conosciamo il nome esatto) non è un’immobiliare abbastanza grande,
in rapporto a Bellusco?
L’esempio di Cesena, risolto
positivamente anche dal punto di vista normativo e amministrativo,
può fare da battistrada: forse è sufficiente inviare una mail al
sito del Comune per avere risposte sulla procedura da seguire.
Di decongestionare le aree di via
Pascoli occupando altre fette di territorio son capaci tutti: il
bravo amministratore è quello che sa risparmiare risorse, sia quelle
economiche che i beni comuni, come il suolo.
Dopo le belle informazioni
sull’agricoltura, la tua apertura al dibattito sulla crescita zero
dimostra che da Francesco qualcosa di buono può sempre arrivare.
Proponiamo senz’altro un’assemblea pubblica sul tema, che sta
cominciando finalmente a suscitare interesse in alcune associazioni.
E’ vero che la tutela offerta dai
parchi sovraccomunali è debole, ma è sempre meglio che niente, in
quest’Italia che aggredisce anche i grandi parchi nazionali. La
continuità territoriale del Parco è sicuramente un fattore di
miglior gestione, ma allora perché non viene inserita l’area di
Camuzzago, che garantisce la continuità e tutela due corridoi
ecologici, fra cui quello importantissimo est-ovest? Prima del piano
di recupero l’amministrazione diceva che non si poteva procedere
senza conoscere l’assetto futuro dell’area, ma dopo che il piano
è stato realizzato, quali sono i motivi che impediscono
l’inserimento? L’abbiamo chiesto anche nelle osservazioni, ma non
è arrivato uno straccio di risposta. E’ una richiesta troppo
scomoda?
Nel campo ambientale, qualcosa di buono
è stato fatto (ad esempio geotermico e solare), ma quanto a tutela
del territorio i numeri parlano chiaro, anche se, nell’ambito della
Brianza, l’Amministrazione di Bellusco non è stata fra le
peggiori: non ha però voluto mai ammettere che la situazione è
drammatica e che occorre una salvaguardia del territorio grintosa e
addirittura arcigna, visto che la speculazione edilizia, spesso
veicolata da capitali malavitosi, avanza alla velocità di 75 ettari
al giorno (dato nazionale).
La nostra controdeduzione ha seguito
passo passo la tua risposta, ma ci accorgiamo che hai dimenticato la
questione dell’acqua potabile, bene comune per eccellenza, alla cui
tutela hanno collaborato molti della mailing list interlocutrice, ai
quali dovresti inviare una risposta in tempi brevi.
Questa raccolta firme, anche se forse
fastidiosa per l’Amministrazione, è un’opportunità di crescita
e partecipazione: conoscendoti, siamo certi che non vorrai sprecarla.