giovedì 5 dicembre 2013

LA MARTESANA SI MOBILITA PER IL LAVORO

La crisi economica non accenna a finire e d'altronde è normale che sia così, dal momento che, in Italia, nessuno ha fatto  nulla per porre in atto politiche serie che possano consentire di risolvere la situazione.

La nostra classe dirigente parla a vuoto di cose che nulla hanno a che fare con l'economia reale (spread, finanza, borsa etc.) e continua a proporre una ricetta fatta di privatizzazioni scellerate e grandi opere inutili e dannose che creerebbero nuovi costi a carico dei cittadini, danni all'ambiente ed alla salute ma non riuscirebbero ad incidere per nulla in termini di miglioramento dell'economia nazionale.

Lo stesso principio utilizzato dai politici e dai gruppi di potere economico come ispiratore di ogni loro azione, secondo cui per riprendersi il Paese deve ricominciare a crescere rappresenta una colossale bugia. E' infatti impossibile che un mondo dove le materie prime sono in quantità finita (molte delle quali per giunta in via di esaurimento) possa realizzare una crescita all'infinito. 

Da queste considerazioni consegue che gli italiani non possono aspettarsi che le soluzioni all'attuale crisi possano arrivare dall'attuale classe dirigente che si è già ampiamente dimostrata incapace ed anche disinteressata a trovarle.

Se si vuole un cambiamento i cittadini devono muoversi da soli, dal basso.

Qualcosa sta accadendo in vari territori; ad esempio in Martesana  numerose rappresentanze sindacali e alcuni Sindaci di Comuni della zona hanno lanciato un Appello per una mobilitazione per la difesa ed il rilancio del lavoro.

Al link cui potete accedere cliccando qui potete leggere il resoconto della conferenza stampa di ieri, 4 dicembre, in cui è stata presentata l'iniziativa e la manifestazione del 14 dicembre prossimo, con un corteo che partirà da Cassina de' Pecchi e arriverà a Cernusco sul Naviglio.


Qui di seguito trascriviamo il testo dell'Appello. Alba Martesana vi ha già aderito e vi invita a fare altrettanto, ed a partecipare alla manifestazione. Sarà un segnale importante per far comprendere alla politica ed al mondo dell'impresa che i cittadini non sono più disposti a restare a guardare, e pretendono subito risposte, strategie e fatti concreti.

Per avere informazioni ed aderire è possibile visitare la pagina Facebook Martesana per il Lavoro, oppure utilizzare l'indirizzo e-mail  lavoromartesana@gmail.com o chiamare il numero 329.4749207.

LA MARTESANA PER IL LAVORO
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“
Il nostro territorio, come il resto dell’Italia, attraversa un momento di crisi economica sempre più acuta. La crisi non riguarda solo la chiusura di aziende, ma una più generale assenza di prospettive. Non si capisce come i posti di lavoro che vengono persi possano essere ricreati. Si diffonde una precarietà generalizzata che minaccia anche i cosiddetti “garantiti”. Crescono le difficoltà a far fronte ai bisogni e alle esigenze quotidiane. Aumentano drammi come la difficoltà di mantenere un’abitazione quando si è perso il lavoro. Le amministrazioni comunali devono far fronte a situazioni che, spesso, non hanno in realtà i mezzi per affrontare.
In Martesana diverse aziende sono state chiuse, altre, troppe, sono a rischio. Ci sono anche, però, le resistenze di lavoratori che hanno avuto la forza e la costanza di opporsi con lotte, presidi, occupazioni. È diventata simbolica, fino ad assumere un valore generale, la lotta dei lavoratori Jabil, ancora in corso, che va sostenuta perché parla a tutti, perché un suo successo sarebbe significativo per tutti.
Pensiamo che sia arrivato il momento in cui è fondamentale che il nostro territorio – i suoi amministratori, le sue forze associative, politiche e culturali – faccia sentire a questi lavoratori e a queste lotte, non soltanto la propria solidarietà, ma anche un sostegno visibile, con iniziative tese ad aprire un discorso pubblico sul futuro economico e sociale della Martesana.
Finora ogni situazione e ogni Comune hanno cercato di rispondere singolarmente alle emergenze provocate dalla crisi. Raramente si è riusciti a unire le forze e fare in modo che si aprisse un ragionamento complessivo, di lungo periodo, riguardante tutta la zona.
È questo che, secondo noi, è giunto il momento di fare. Perché nessuno deve vivere in solitudine le conseguenze della crisi, e perché tutti gli attori sociali e istituzionali partecipino a immaginare soluzioni che riguardano la vita di tutti.
Per queste ragioni invitiamo tutti al CORTEO di SABATO 14 DICEMBRE, con a tema la difesa e il rilancio dell’occupazione e delle produzioni, specie quelle di qualità, nel nostro territorio.
Info e adesioni: lavoromartesana@gmail.com – tel. 329.4749207
SABATO 14 DICEMBRE 2013
CORTEO DA CASSINA A CERNUSCO
Ore 10 – Partenza da Cassina de’ Pecchi – Piazza Decorati al Valor Civile – Stazione MM2
Ore 11.30 – Arrivo a Cernusco sul Naviglio – Piazza Unità d’Italia
Promuovono:
Rsu Jabil
Rsu NSN (Nokia Solutions Network)
Rsu Nacco
Rsu Ingersoll Rand
Rsu Greif
Rsu OBL
Rsu Aastra
Delegati Vodafone
Delegati Sirai
Delgati Aturia
Antonio Brescianini (Sindaco di Vimodrone)
Eugenio Comincini (Sindaco di Cernusco s/N)
Antonello Concas (Sindaco di Pioltello)
Roberto Maviglia (Sindaco di Cassano d’Adda)
Curzio Rusnati (Sindaco di Bussero)
Mario Soldano (Sindaco di Cologno M.)
Angelo Stucchi (Sindaco di Gorgonzola)

martedì 1 ottobre 2013

10 E 12 OTTOBRE 2013: DUE APPUNTAMENTI CONTRO LE TRIVELLE

Continua la battaglia contro le TRIVELLE IN MARTESANA (clicca qui per leggere il precedente articolo in cui ne abbiamo parlato)..

Nei prossimi giorni si svolgeranno due importanti appuntamenti per informare i cittadini su questo argomento e per far sentire la contrarietà degli abitanti del nostro territorio a questi interventi scellerati.

GIOVEDì 10 OTTOBRE ORE 21, PRESSO LA SALA CONSIGLIARE DEL COMUNE DI CASSINA DE'PECCHI SI SVOLGERA' L'ASSEMBLEA PUBBLICA (clicca qui per visionare la pagina su Facebook).


CONTRO LA DEVASTAZIONE DEL TERRITORIO....
NO ALLE TRIVELLE

NE PARLIAMO CON:

PIETRO DOMMARCO (giornalista di Altreconomia, autore del libro Trivelle d'Italia)

LUCA TOSCANO (consulente indipendente su tematiche ambientali maturate durante esperienze lavorative in campo petrolifero)

ANDREA DI STEFANO (economista, giornalista rivista Valori)

Saranno presenti i sindaci e consiglieri dei comuni coinvolti invitati a prendere posizione sulla questione.






SABATO 12 OTTOBRE invece, durante la giornata nazionale in difesa dei territori, scenderemo in piazza a Cassina de'Pecchi, uno dei comuni coinvolti da questa nuova grande devastazione che colpirà la Martesana.

RITROVO SABATO 12 OTTOBRE ALLE ORE 15.00 

ALLA METROPOLITANA DI CASSINA DE'PECCHI PER 

UNA PASSEGGIATA IN CAMPAGNA CONTRO LE 

TRIVELLE!

Invitiamo tutti a venire a piedi, in bicicletta, a cavallo e con tutti i mezzi ecosostenibili possibili e immaginabili.


Si tratta di un modo divertente per stare insieme, conoscere il territorio e impegnarsi per difenderlo da chi vuole rovinarlo.

(Clicca qui per visionare la pagina su Facebook).







mercoledì 18 settembre 2013

26 SETTEMBRE 2013, BELLUSCO: INCONTRO PUBBLICO SUL CONSUMO DI TERRITORIO

Negli scorsi mesi ci siamo occupati della questione del centro sportivo che l'Amministrazione Comunale di Bellusco vorrebbe costruire su un'area verde, e che ha sollevato le proteste del locale Comitato per l'Ambiente ed il Territorio (leggi l'articolo cliccando qui).

Nel periodo trascorso da allora, il dibattito è andato avanti e nelle prossime settimane ci sarà un'importante occasione di confronto su questo argomento.

Infatti, per la data del 26 settembre 2013, alle ore 21.00, presso la  corte dei frati, a Bellusco è indetta un'assemblea pubblica per parlarne. L'evento è organizzato dal Comitato, in collaborazione col Forum italiano dei movimenti per la Terra e il paesaggio e con la partecipazione dell'Amministrazione Comunale di Bellusco, di Luca Martinelli, giornalista di Altreconomia, e di Fabio Corgiolu in rappresentanza del Forum.


Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.



In preparazione della serata, trascriviamo qui di seguito il carteggio intercorso fra l'Amministrazione Comunale di Bellusco ed il Comitato, in modo da fare il punto della situazione.





CRONISTORIA



Il 16 maggio 2013, il Comitato ha spedito a vari cittadini di Bellusco la propria petizione "CENTRO SPORTIVO", il cui testo è il seguente:


SALVIAMO IL PAESAGGIO!
ATTENZIONE: RISCHIAMO DI PERDERE UN’ALTRA FETTA DI TERRITORIO AGRICOLO E NATURALE

Ci risiamo: l’Amministrazione comunale ha bandito un concorso d’idee, per destinare una vasta area a est del paese a sport e tempo libero, con strutture sportive/di servizio e di ristoro/soci per il tennis (6ooo mq), con la possibilità di “futuri sviluppi di pianificazione urbanistica con finalità pubbliche” e di “un’attività economica che possa garantire la copertura dei costi di manutenzione/gestione dell’area”.
L’Amministrazione non vuole prendere in considerazione il fatto che il consumo forsennato di suolo sta mandando allo sfascio il settore agricolo e che nelle aree già pubbliche sarebbe necessario il verde naturale, un bosco in città che tuteli i due importanti corridoi ecologici a ovest della stazione di trasferimento e l’area di rispetto del pozzo di via Dolomiti, come prevede la normativa. Il nostro strumento urbanistico proclama la tutela della biodiversità, ma il verde previsto nel bando di concorso è attrezzato, con un prato fruibile in caso di spettacoli/eventi sovracomunali (che richiedono strutture), con servizi e parcheggi.

Inoltre, nel testo della convenzione tra l’amministrazione Comunale e la società gestore dei campi di calcio, viene scritto che la gestione prevede: “concimazione periodica; trattamento antigerminante e diserbante selettivo”; non propriamente corretto in un’area già in elenco dei comuni ricadenti in aree designate come vulnerabili da nitrati di origine agricola e da nitrati di origine prevalentemente civile.
Data la scarsa e calante richiesta di mercato, non si capisce perché l’Amministrazione continui a offrire aree di edificazione sovrabbondanti, come dimostra l’eccesso di unità abitative, commerciali e industriali vuote e invendute. Oggi nell’edilizia vengono investiti soprattutto soldi sporchi da riciclare.
Oltre un anno fa, il Forum Nazionale dei Movimenti per la Terra e per il Paesaggio ha chiesto a tutti i Comuni italiani di censire i vuoti, la cui conoscenza è assolutamente necessaria per una corretta pianificazione urbanistica, ma la nostra Amministrazione non ha risposto, come non aveva risposto alle nostre identiche richieste presentate nel 2009.
CHIEDIAMO
di colpire fiscalmente le unità vuote, per indurre i proprietari a mettere in vendita o in affitto le unità immobiliari, evitando di rovinare altri suoli agricoli;
di ripristinare l’uso agricolo per le aree di edificazione che non sono state richieste, come ha fatto il Comune di Cesena;

di non realizzare il centro sportivo di via Adamello, ma di realizzare qualche campo da tennis sul campo di calcio di via Pascoli, ottimizzando l’esistente;
di coinvolgere l’opinione pubblica sulla proposta di crescita zero (consentendo però piccoli adeguamenti);

di inserire l’area di Camuzzago e quella cimiteriale nel Parco del Rio Vallone. Se il verde dell’area cimiteriale è definito strategico dal Piano di Governo del Territorio (PGT), perché non è tale anche quello dell’area di Camuzzago, indispensabile per il corridoio ecologico est-ovest?

di tutelare in modo certo l’area di salvaguardia del pozzo di via Dolomiti.

Il 17 maggio la risposta dell'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bellusco, arch. Stucchi:

Leggo con un certo stupore, determinato dai toni e dal contenuto, della petizione di cui mi avete mandato una copia.

Ogni soggetto politico imposta la propria azione come ritiene più opportuno, ma penso che l’Amministrazione comunale di cui faccio parte non si sia mai sottratta a richieste di confronto anche pubblico.

Essendo stato messo in copia a questa comunicazione ed essendo l’assessore ai lavori pubblici di quest’Amministrazione mi sembra doveroso esprimere le mie considerazioni.
Innanzitutto il tono.

“Ci risiamo: l’Amministrazione comunale ha bandito un concorso d’idee … “ poiché è il primo concorso d’idee su quest’area, mi sembra che la prima obiezione sia contro lo strumento del concorso d’idee in sè. Sono invece convinto che questo sia uno strumento utile e positivo. E’ stato utilizzato per il progetto della piazza, e recentemente per il progetto di massima dell’area “campus” e ora per l’area a verde ricreativo e sportivo a est del paese. Lo strumento permette ai progettisti di esprimersi più liberamente e con maggiore creatività senza il pesante vincolo di un preciso operatore di mercato, permette alla pubblica amministrazione di inquadrare i singoli interventi in un progetto territoriale più ampio, permette alla pubblica amministrazione di avere maggiori strumenti di valutazione per la propria programmazione e anche nelle trattative di compensazione con gli operatori privati. La formula scelta che non prevede l’assegnazione dell’incarico al vincitore permette all’Amministrazione di fare una successiva sintesi delle varie proposte.

“L’Amministrazione non vuole prendere in considerazione il fatto che il consumo forsennato di suolo sta mandando allo sfascio il settore agricolo”, non capisco da cosa si deduce che “non si voglia prendere in considerazione”. La partecipazione di quest’Amministrazione e di quelle precedenti, negli ambiti in cui si è affrontato questo tema è sempre stata attiva e propositiva orientata alla concreta fattibilità delle proposte: dalla creazione del PLIS del Rio Vallone all’attuale discussione sul PTCP. Sul merito della situazione dell’agricoltura nella nostra zona ho una mia opinione che esprimo più avanti.
“… non si capisce perché l’Amministrazione continui a offrire aree di edificazioni sovrabbondanti, …” Anche in questo caso non capisco quel “continui a offrire” a quali atti di quest’ Amministrazione si fa riferimento? Nel PGT vigente c’è in pratica una sola area di espansione residenziale che è quella attigua a quella oggetto del concorso.

Nel merito
Il concorso d’idee sollecita il senso civico dei progettisti a confrontarsi con il tema della progettazione paesaggistica di un parco pubblico destinato ai cittadini per il tempo libero organizzato e non organizzato, esteso a tutta l’area libera a est del paese fino ai propri confini. L’area è di 379.500 mq di cui circa 24.000 già utilizzati per parcheggi e campi sportivi, l’ipotesi è che si possano aggiungere a questi altri 6.000 mq per attività sportive e urbanizzazioni varie, portando l’area non naturalistica a circa 30.000 mq pari a circa l’8% di tutta l‘area, il restante 92% dell’area sarà area naturalistica da utilizzare per il tempo libero. All’interno di quest’area si pensa possa trovare spazio magari un anfiteatro naturale per un concerto all’aperto o per un’associazione che voglia organizzare una festa temporanea, nella tipica tradizione dei parchi extraurbani. Il fatto di prevedere questa possibilità nella progettazione del parco dovrebbe evitare quei conflitti tipici tra parco e attività ricreativa che caratterizza soprattutto i parchi storici.

Dopo la valutazione dell’apposita commissione che ha il solo scopo di assegnare i riconoscimenti ai partecipanti, tutti i cittadini potranno vedere discutere e valutare se i 38 progetti che ci sono arrivati soddisfano questi criteri e tutti gli altri previsti nell’art. 3 del bando che riproduco qui di seguito.

Art. 3 Tema del concorso
Il presente concorso prevede di individuare le soluzioni morfologiche urbane ottimali per:
• realizzare un’area destinata allo sport e al tempo libero (priorità 1);
• costituire una riserva di aree verdi di proprietà pubblica a completamento e ridefinizione del margine del tessuto urbano, finalizzata alla realizzazione di servizi, pur con l’obiettivo di preservarne la naturalità (vedi DdP 22.0 – direttiva 10);
• contribuire ulteriormente a garantire il mantenimento del corridoio primario della rete ecologica, indicato nel PTCP della Provincia di Milano (Rif. PGT di Bellusco, DdP 3.0 “Inquadramento Urbanistico Territoriale PTCP”, Estratto tavola 7 “Ambiti destinati all’attività agricola”) (priorità 2), e PTCP della Provincia Monza e della Brianza adottato, Tav.6a “Progetto di tutela e
valorizzazione del paesaggio”;
• creare una permeabilità e una connessione tra l’area di nuova acquisizione (AC14) e le attuali proprietà del Demanio Comunale, che permetta l’integrale saldatura delle stesse per eventuali futuri sviluppi di pianificazione urbanistica con finalità pubbliche (priorità 1);
• realizzare un ingresso a valenza simbolica che rappresenti “la porta” dell’intero ambito e l’accesso alla rete di sentieri del parco Rio Vallone (priorità 1);
• creare parcheggi atti ad accogliere la diversa utenza e che possano garantire l’accessibilità anche nel rispetto della normativa di riferimento delle attività sportive insediate e/o insediabili (priorità 1);
• insediare strutture per lo sport integrate con quelle esistenti e nel rispetto delle aree abitate limitrofe (priorità 1);
• prevedere strutture sportive e/o di servizio caratterizzate da scelte architettoniche atte a determinare un equilibrato rapporto con le aree non edificate e/o a verde (priorità 1);
• progettare ogni elemento (edificio o area o struttura) nel rispetto della sostenibilità ambientale (riduzione dei consumi energetici, produzione energetica da fonti rinnovabili, riutilizzo e riciclo, materiali eco-compatibili, ciclo dell’acqua) (priorità 1);
• ideare ampi spazi a verde (prato) utilizzabili per attività libere e, alternativamente, finalizzati ad accogliere eventi anche di valenza sovra comunale (priorità 2);
• realizzare un centro per il gioco del tennis su un area di circa 6.000 mq, con strutture mobili di copertura dei campi, un’area ristoro in uso esclusivo per i soci e non aperto al pubblico, parcheggi di corrispondenza. Il centro dovrà sorgere a ovest dell’area, vicino alle strutture sportive destinate al gioco del calcio già presenti, e il disegno dello stesso dovrà garantire un ridotto impatto paesistico e un “dialogo” visivo armonico con l’area non occupata da strutture (priorità 1);
• disegnare un percorso vita attrezzato aperto al pubblico (priorità 2);
• prevedere la possibilità di insediare un’attività economica che possa garantire la copertura dei costi di manutenzione/gestione dell’area (priorità 2);
• progettare recinzioni esclusivamente a protezione delle aree sportive e/o degli edifici (priorità1);
La questione agricoltura è complessa; da almeno un paio di secoli in tutta “l’alta pianura asciutta” sta vivendo profonde trasformazioni che ne evidenziano la crisi di ruolo. Anche l’ultima trasformazione che ci ha regalato una bellissima fioritura di un giallo intenso nel mese d’aprile, dei campi di colza è il tentativo di trovare nell’assistenzialismo delle politiche europee un ruolo economico di questo settore nella nostra zona. L’agricoltura nella nostra zona ha perso da tempo il connotato di un’attività ecologica. Certo si può fare un’agricoltura diversa, senza prescindere però dalle condizioni naturali del suolo. L’area che con questo intervento si va a sottrarre all’agricoltura è la meno adatta per le attività colturali. Prima che la contingenza internazionale dalla metà del XVIII secolo imponesse l’agricoltura cerealicola intensiva nella nostra zona, questa era un’area di brughiera e boschi, a quella versione aggiornata si potrebbe andare.

Per quanto riguarda il dato sulle case sfitte, gli uffici comunali non hanno la possibilità di incrociare le diverse banche dati dei vari enti che soli potrebbero dare risultati significativi, la percezione è che non sia un dato estremamente significativo per il Comune di Bellusco e non si sono investite energie su questa ricerca, se altri soggetti hanno la possibilità di fare questa ricerca con risultati diversi l’Amministrazione è pronta a riconsiderare la questione.

In merito alle richieste:

Per quanto riguarda la politica fiscale sulla casa siamo tutti in attesa di capire quali saranno gli spazi di decisione per gli enti locali. Con riferimento all’IMU però siamo intervenuti al contrario, allegerendo e non aggravando la posizione di alcune case sfitte di proprietari che per esempio risultavano aver trasferito il domicilio nella casa di cura dove erano ricoverati. Bellusco non è caratterizzata dalla presenza significativa di grandi patrimoni immobiliari.

Il ripristino delle aree non utilizzate se risolto dalle controversie giudiziare, ma anche amministrative (bisogna restituire l’IMU pagata?) saranno oggetto della revisione del PGT, a sua volta prevista nel 2015.

L’ottimizzazione delle aree di via Pascoli passa per un decongestionamento delle attività previste in quell’area e, ancora una volta, a un utilizzo libero e pedonalizzato delle aree che si potranno liberare. Anzi, col senno di poi, mi sento di ammettere che non siamo stati sufficientemente coraggiosi in quest’opera di decongestionamento.

Sulla crescita zero, disponibile a parlarne e valutare cosa è concretamente fattibile.
La tutela del verde non passa solo dai PLIS (anzi piuttosto deboli). Penso che il perimetro del parco debba mantenere una certa continuità senza soluzione di continuità.

Mi scuso per la lunghezza delle mie osservazioni ma, cercando di essere chiaro, non sono riuscito a sintetizzare oltre.

Non mi ci metto oltre ad elencare tute le azioni concrete che questa Amministrazione, anche in continuità con quelle precedenti, ha messo in atto in campo ambientale e di tutela del territorio, trovando sempre la disponibilità dei cittadini e delle associazioni.

Nella consapevolezza che questa Aministrazione non si è mai sottratta a momenti di confronto e nella convinzione che il confronto è efficace nel momento in cui lo si cerca, ribadisco la disponibilità ad un confronto nel merito sui temi in oggetto.

Successivamente, il Comitato ha inviato all'Assessore la risposta che è riportata qui sotto:

Caro Francesco,

innanzitutto ti ringraziamo per la risposta, che è l’unico segnale pervenutoci dall’Amministrazione dal febbraio 2009, quando presentammo le osservazioni al Piano di Governo del Territorio (PGT). Anche la nostra petizione dello scorso anno, corredata di solo 44 firme e analoga a questa, non ha prodotto nessun risultato. Per quanto riguarda il tono, quando presentammo la proposta di crescita zero, in una delle assemblee preparatorie al PGT, l’attuale sindaco la definì stalinista, mentre Massimiani ci accusò di voler impedire che le coppie facessero figli. Tieni presente che noi abbiamo partecipato solo in nome di un interesse collettivo, magari interpretato male, mentre i pochi altri presenti seguivano esclusivamente il loro interesse personale. Le osservazioni al PGT non ricevettero nessun commento dell’Amministrazione. 

In Consiglio comunale l’architetto Pozzi le liquidò dicendo che non avevano la formulazione specifica delle osservazioni e che erano di taglio troppo generale. Da un tecnico potremmo anche accettare questa risposta, anche se facciamo notare che avevamo speso circa 7 mattinate di analisi delle tavole e che avevamo trovato dei copia incolla con cui l’architetto aveva malamente trasportato in quel di Bellusco un PGT che aveva evidentemente fatto per qualche comune montano. Avevamo anche individuato numerosissimi errori nelle tavole e delle contraddizioni clamorose fra il vecchio piano regolatore e il PGT, sia nella dimensione del territorio comunale, sia soprattutto nel consumo di suolo, che era passato dal 36,67% al 29%, ma l’architetto si guardò bene dal ringraziarci per il lavoro svolto e presumiamo che gli errori (errori?) siano ancora lì, con buona pace del principio d’identità del povero Aristotele. La maggioranza però, avrebbe dovuto almeno concederci un incontro e spiegarci perché, politicamente, riteneva impraticabili le nostre proposte (per la crescita zero avevamo anche fornito documentazione del Comune di Cassinetta di Lugagnano, che le aveva messe in pratica). Visto che stiamo recriminando sul passato, completiamo il quadro: nei due piani regolatori del 1990 e 1994 le previsioni demografiche erano clamorosamente sovradimensionate, ma nonostante le nostre proteste, restarono tali e quali, ovviamente perché servivano a dotare il paese degli edifici “necessari”. A posteriori, vedendo anche il numero delle unità abitative e dei capannoni vuoti, i protagonisti delle giunte di allora, in certi casi ancora sulla breccia, potrebbero, con un po’ di onestà intellettuale, ammettere che i vari Bordogna, Spiga, Dall’Osso e Dall’Asta avevano avuto ragioni da vendere. Dai 5950 abitanti del 1990 siamo passati a poco più di 7000 in 23 anni, mentre nel 1990 il PRG ipotizzava già 8000 o 9000 abitanti nel successivo decennio.

Dato il titolo della petizione, il nostro “Ci risiamo” è rivolto all’ennesimo consumo di territorio agricolo. Si è già dimenticato il centro sportivo di Camuzzago? Secondo i calcoli di Legambiente (associazione dialogante e moderata, non certo barricadera) nell’ultimo decennio sono stati cancellati 75 ettari di terreno agricolo, mentre con l’ampliamento del centro sportivo ne perderemo altri 30. Saranno pure adatti alla brughiera, come dice la tua istruttiva analisi, ma attualmente sono coltivati e comunque a noi la brughiera e i boschi piacciono tantissimo: fanno molto old England e potrebbero attirare turisti a Bellusco!

Quanto al concorso d’idee, hai dimenticato che il primo a proporlo a Bellusco fu Gennaro Bordogna e che noi non l’abbiamo mai contestato. Semplicemente va utilizzato per recuperare gli edifici vuoti, come l’area Bloch.

Nel PGT vigente le aree di trasformazione sono 14.

Evidentemente non cogli la differenza tra area naturalistica e verde pubblico attrezzato e questo spiega anche perché nella tua risposta non parli dei corridoi ecologici primari. La fauna selvatica è disturbata dalla presenza dell’uomo, da eventuali concerti rumorosi, dall’arrivo delle auto in occasione delle gare sportive e via dicendo. Un corridoio in mezzo alla brughiera va benissimo, un po’ peggio fra campi di pannocchie e decisamente male in una situazione come quella prevista dal bando di concorso.

Sulle case sfitte si gioca la partita più importante: i vecchi piani regolatori avevano il numero dei vani vuoti. Se ci riuscivano allora, perché il PGT non ci riesce più? E perché il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio ha lanciato la campagna nazionale “Salviamo il paesaggio” proprio per chiedere alle Amministrazioni di censire tutte le unità immobiliari vuote ai fini di una corretta programmazione urbanistica e per evitare il consumo di suoli vergini? Gli architetti e gli esperti del Forum sono così sprovveduti? Fra l’altro alcuni Comuni hanno risposto e compilato la modulistica. Se ci sono riusciti loro, perché non ci riesce anche Bellusco? Abbiamo comunque scritto al Forum (di cui il CTDA fa parte) per avere una risposta tecnica esauriente e appena arriverà te la gireremo con piacere.

Sulla politica fiscale non siamo certo noi che vogliamo punire gli anziani in casa di riposo o cura. Abbiamo semplicemente cercato di individuare una leva fiscale che possa indurre i proprietari di immobili vuoti a venderli o affittarli. La crescita zero ovviamente fa lievitare i prezzi del già costruito, dando un premio ai proprietari, non di rado immobilisti percettori di rendita che non lo meritano. La leva fiscale crea un equilibrio più giusto e corretto. Nell’”Agenda 2013” messa a punto da 7 associazioni ambientaliste, (tra cui WWF, Greenpeace, Legambiente, FAI e CAI) a pag. 8 si trova qualcosa di simile: “…intervenire fiscalmente per disincentivare il consumo di suolo e, al contrario, rendere fiscalmente vantaggiose le pratiche del riuso di suolo e della riqualificazione edilizia e urbana.” Seguono le proposte di contenere per via normativa il consumo di suolo e di penalizzare fiscalmente, in modo particolare, le aree esterne al già insediato.

L’immobiliare “Borgo” (non conosciamo il nome esatto) non è un’immobiliare abbastanza grande, in rapporto a Bellusco?

L’esempio di Cesena, risolto positivamente anche dal punto di vista normativo e amministrativo, può fare da battistrada: forse è sufficiente inviare una mail al sito del Comune per avere risposte sulla procedura da seguire.

Di decongestionare le aree di via Pascoli occupando altre fette di territorio son capaci tutti: il bravo amministratore è quello che sa risparmiare risorse, sia quelle economiche che i beni comuni, come il suolo.

Dopo le belle informazioni sull’agricoltura, la tua apertura al dibattito sulla crescita zero dimostra che da Francesco qualcosa di buono può sempre arrivare. Proponiamo senz’altro un’assemblea pubblica sul tema, che sta cominciando finalmente a suscitare interesse in alcune associazioni.

E’ vero che la tutela offerta dai parchi sovraccomunali è debole, ma è sempre meglio che niente, in quest’Italia che aggredisce anche i grandi parchi nazionali. La continuità territoriale del Parco è sicuramente un fattore di miglior gestione, ma allora perché non viene inserita l’area di Camuzzago, che garantisce la continuità e tutela due corridoi ecologici, fra cui quello importantissimo est-ovest? Prima del piano di recupero l’amministrazione diceva che non si poteva procedere senza conoscere l’assetto futuro dell’area, ma dopo che il piano è stato realizzato, quali sono i motivi che impediscono l’inserimento? L’abbiamo chiesto anche nelle osservazioni, ma non è arrivato uno straccio di risposta. E’ una richiesta troppo scomoda?

Nel campo ambientale, qualcosa di buono è stato fatto (ad esempio geotermico e solare), ma quanto a tutela del territorio i numeri parlano chiaro, anche se, nell’ambito della Brianza, l’Amministrazione di Bellusco non è stata fra le peggiori: non ha però voluto mai ammettere che la situazione è drammatica e che occorre una salvaguardia del territorio grintosa e addirittura arcigna, visto che la speculazione edilizia, spesso veicolata da capitali malavitosi, avanza alla velocità di 75 ettari al giorno (dato nazionale).

La nostra controdeduzione ha seguito passo passo la tua risposta, ma ci accorgiamo che hai dimenticato la questione dell’acqua potabile, bene comune per eccellenza, alla cui tutela hanno collaborato molti della mailing list interlocutrice, ai quali dovresti inviare una risposta in tempi brevi.


Questa raccolta firme, anche se forse fastidiosa per l’Amministrazione, è un’opportunità di crescita e partecipazione: conoscendoti, siamo certi che non vorrai sprecarla.

Per informazioni su Salviamo il Paesaggio: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/





martedì 10 settembre 2013

NON VOGLIAMO LE TRIVELLE IN MARTESANA #NOTRIV

Probabilmente molti di voi non lo sanno ma, da qui a qualche mese, il territorio della Martesana potrebbe essere devastato da sondaggi e trivellazioni per la ricerca di idrocarburi (petrolio, gas etc.).

I terreni agricoli della nostra zona, la qualità dell'ambiente e la salute delle persone rischiano di essere messi a repentaglio dalla miopia e dalla irresponsabilità di una classe dirigente che, invece di investire nella ricerca, nelle nuove tecnologie, nelle fonti energetiche rinnovabili e nella sostenibilità ambientale, sceglie continuamente di continuare a sostenere un modello economico e sociale vecchio, retrogrado, iniquo, costoso e dannoso per le persone e per l'ambiente  pur di salvaguardare i propri interessi personali e di lobby.



E' necessario che tutti i cittadini liberi e democratici si impegnino per impedire questo ennesimo attacco al nostro territorio.

Trascriviamo qui sotto il comunicato di Martesana Libera, che annuncia l'avvio della mobilitazione contro le trivelle, che si affianca a tutte le altre nostre battaglie in difesa dei diritti, dell'ambiente, del lavoro per una società migliore.


Parte la mobilitazione contro le trivelle! Martesana Libera!.


8 settembre 2013 alle ore 21.36



Come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia che, entro 12 mesi da giugno 2013, inizieranno in Martesana trivellazioni in cerca di gas e idrocarburi. A giugno la società romana Mac Oil, forse filiale della multinazionale americana Mac Oil and Gas, ha ottenuto tutti i permessi per iniziare le trivellazioni di ricerca in una area di più di 180 km quadrati nel territorio della Martesana, il via libera è arrivato dal ministero dello Sviluppo economico e dalla regione Lombardia senza il bisogno di una valutazione di impatto ambientale. Abbiamo deciso di essere partigiani, di metterci dalla parte della terra contro l'ennesima devastazione del territorio, l'Italia e in particolare la Lombardia non è nuova alle trivellazioni, da anni la nostra terra viene abusata dai signori del petrolio, e purtroppo, spesso, con successo. Abbiamo analizzato il caso della Basilicata che da più di 20 anni è in mano alla lobby del petrolio, e le notizie non sono per nulla rassicuranti: le reti idriche inquinate da cromo, piombo, alluminio, ferro e chi più ne ha più ne metta, tutte polveri liberate dall'estrazione del petrolio; la terra non è più fertile e l'agricoltura, punto di forza dell'economia della Martesana, finirà di esistere. Ci sarà un aumento di tumori e malattie respiratorie sempre causate dalle polveri e gas che sprigioneranno i pozzi, le mucche e le pecore non produrranno più latte. Chi in Basilicata ha denunciato tutto ciò è stato accusato di terrorismo psicologico, e fatto tacere.Abbiamo deciso di alzare la testa e non lasciare che l'ennesima devastazione della nostra terra e dell nostre vite possa avvenire tanto facilmente, abbiamo deciso di mobilitarci e organizzarci. Insieme ad alcuni consiglieri comunali presenti mercoledì sera in assemblea, abbiamo deciso di girare una interrogazione e un odg comune per tutti i paesi coinvolti che chiede il blocco immediato dei lavori e una ridiscussione sul territorio che coinvolga la cittadinanza e gli enti locali. Venerdì 13 settembre saremo in piazza a Cassina de'pecchi con un banchetto informativo per informare i cittadini di quello che sta succedendo al nostro territorio ormai devastato da grandi opere come la tem e la BreBeMi, autostrade inutili e dannose portatrici di mafia e devastazione.

Tutti i mercoledì sera alle 21 assemblea contro le trivelle al presidio della Jabil a Cassina de'Pecchi via Roma 


Abbiamo in agenda altre iniziative contro le trivelle per il mese di settembre verso la giornata nazionale in difesa dei territori del 12 ottobre in tutta Italia, seguiteci su:



Martesana Libera

domenica 18 agosto 2013

FERMIAMO LA TEM. FIRMA LA PETIZIONE.

Sul sito internet avaaz.org è stata lanciata una petizione del Movimento No Tem per fermare la dannosa ed inutile Tangenziale Est Esterna Milanese. 

Alba è da sempre contraria alla realizzazione di quest'opera e per questo motivo vi invitiamo a collegarvi al seguente link per firmare e diffondere la petizione.

Grazie.

ALBA MARTESANA 



Chiediamo ai Sindaci dei territori stravolti dall’opera e ai quali vogliamo ricordare il ruolo di primi tutori della salute pubblica dei loro concittadini ed elettori, di esprimersi sulle opere compensative e di mitigazione ambientale connesse alla TEM.

Per questo non ci arrendiamo e continueremo la nostra lotta dal basso per sostenere con forza i ricorsi giudiziari presentati contro la TEM e gli esposti alla Sovraintendenza, per rilanciare il trasporto pubblico e la mobilità alternativa, l’agricoltura, l’edilizia scolastica, la manutenzione del territorio e la buona occupazione per bloccare le nuove autostrade inutili e dannose”, in particola la TEM, l’autostrada già dichiarata “sfascia parchi”, per la natura del suo tracciato fortemente impattante sul territorio a vocazione agricola più fertile d’Europa. 

RILANCIAMO PERTANTO LA PROPOSTA DI UN COORDINAMENTO TRA LE VARIE ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI PER UNA LOTTA COMUNE ALL'EGEMONIA DELLA LOGICA DEL CEMENTO, PERCHE' UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILEE OPPORSI E' UN DOVERE OLTRE CHE UN DIRITTO. Movimento NO TEM

Perché è importante

Oggi siamo qui per denunciare, oltre allo scempio documentato dalle immagini del nostro territorio, anche e soprattutto le vergognose politiche del governo di larghe intese che stanzia, una volta di più, soldi pubblici per opere infrastrutturali inutili e fortemente impattanti sul territorio.
E' notizia di questi giorni che il governo, attraverso il cosiddetto decreto del fare, crea un fondo da 2 miliardi di euro “per consentire nell’anno 2013 la continuità dei cantieri in corso, ovvero il perfezionamento degli atti contrattuali finalizzati all’avvio dei lavori”, riservando ben 350 milioni di euro (soldi pubblici) al sostegno della TEM.
Vogliamo far rilevare che, paradossalmente, ancora oggi il sito Tangenziale Esterna riporta nella sua pagina “Costi e Risorse” le seguenti affermazioni:
"Il progetto della Tangenziale Est Esterna è completamente autofinanziato. Per l’ Autostrada non verrà speso neanche un euro di risorse pubbliche. 


Per la realizzazione della nuova Tangenziale Est, il progetto preliminare prevede un investimento di circa 1.700 milioni di Euro. (oggi la cifra e' gia' stata abbondantemente rivista e si aggira attorno ai 2012 milioni - ndr)



Si opererà attraverso la logica della “finanza di progetto”, con una novità rilevante:
in questo caso non ci sarà alcun esborso di soldi pubblici, in quanto le risorse finanziarie necessarie saranno garantite interamente dai privati..."

Come stiamo ormai dichiarando da lungo tempo, quanto società TEM afferma sono solo fandonie che abbiamo sempre denunciato come tali.
La motivazione di questa evidente forzatura viene ricondotta all’idea del rilancio infrastrutturale come volano di crescita economica e creazione di nuovi e indispensabili posti di lavoro. Millanterie.
Infatti, ciò che ha dichiarato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, alla Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati esattamente ieri, 21 maggio 2013, è quanto segue: "Chi sono coloro ai quali le nostre politiche si rivolgono? Chi ne trarrà vantaggio ? Certo, le imprese, l’economia, ma questo non ci basta. Dovrà trarne vantaggio anche l’ambiente, la coesione sociale (centralità dei problemi ad alta valenza sociale: casa, trasporto pubblico locale) etc...."
Certo è che il ministro Lupi, prima di fare queste osservazioni, non ha visitato il nostro territorio e non si è fatto, come spesso accade a chi vive di e nel Palazzo, la minima idea di cosa accada nella realtà e cosa la gente voglia.
Proponiamo al ministro Lupi le immagini del nostro territorio che parlano da se' e che non raccontano certo di alcun vantaggio ambientale.
Vogliamo ribadire, e i fatti ce ne danno conferma, che quanto stanziato non serve ai cittadini né tantomeno alle imprese o all'economia del territorio, ma rappresenta solo una ulteriore sottrazione di risorse economiche che vengono così negate ai fabbisogni delle famiglie e delle imprese in questa fase di forte crisi di accesso al credito.
Chiediamo ai Sindaci dei territori stravolti dall’opera e ai quali vogliamo ricordare il ruolo di primi tutori della salute pubblica dei loro concittadini ed elettori, di esprimersi sulle opere compensative e di mitigazione ambientale connesse alla TEM e a suo tempo promesse e sottoscritte in un accordo di programma. Chiediamo loro di comunicare alla popolazione, quale presupposto irrinunciabile alla realizzazione della TEM, su quali garanzie continuino a credere che queste opere verranno realizzate, quali azioni siano state adottate per ridurre i disagi presenti, ma soprattutto futuri, che questa cantierizzazione selvaggia creerà nei prossimi anni, come intendono informare e coinvolgere i loro cittadini sulla questione TEM a cantieri già avviati.
Ribadiamo che in tempo di crisi, ma non solo, i soldi pubblici dovrebbbero avere ben altre priorità:
LAVORO, SALUTE, TRASPORTO PUBBLICO ,SCUOLA
Per questo non ci arrendiamo e continueremo la nostra lotta dal basso per sostenere con forza i ricorsi giudiziari presentati contro la TEM e gli esposti alla Sovraintendenza, per rilanciare il trasporto pubblico e la mobilità alternativa, l’agricoltura, l’edilizia scolastica, la manutenzione del territorio e la buona occupazione per bloccare le nuove autostrade inutili e dannose”, in particola la TEM, l’autostrada già dichiarata “sfascia parchi”, per la natura del suo tracciato fortemente impattante sul territorio a vocazione agricola più fertile d’Europa.
RILANCIAMO PERTANTO LA PROPOSTA DI UN COORDINAMENTO TRA LE VARIE ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI PER UNA LOTTA COMUNE ALL'EGEMONIA DELLA LOGICA DEL CEMENTO, PERCHE' UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE E OPPORSI E' UN DOVERE OLTRE CHE UN DIRITTO.
Movimento NO TEM
22 GIUGNO 2013

lunedì 29 luglio 2013

UNIAMO LE NOSTRE LOTTE


In Italia è in atto un tentativo di modifica delle istituzioni in senso autoritario. Il Governo Letta e la coalizione delle "larghe intese", che fino a questo momento non hanno prodotto nulla di utile per il Paese, hanno intenzione di muoversi a spron battuto verso la modifica della Costituzione.

Il loro obiettivo è quello di diminuire la Democrazia, ponendo le Istituzioni sotto il controllo dei partiti ancora di più di quanto già non siano. 

Dal momento che i partiti obbediscono ai grandi gruppi di interesse economici, la situazione in cui rischiamo di trovarci è quella di un Paese controllato dalle banche e dalla finanza in cui gli interessi della collettività non vengono nemmeno presi in considerazione.

Un Paese in cui i cittadini non hanno più nessuno che li rappresenti. 

Crediamo che tutti coloro che credono nella Democrazia debbano schierarsi in difesa della Costituzione, per evitare che una classe dirigente incapace ed in malafede sottragga a tutti noi i diritti e le libertà conquistati in anni di lotte e di impegno da generazioni di italiani.

E' giunto il tempo che tutti coloro che si impegnano per una società diversa si mettano insieme per un obiettivo comune: costruire il Paese che vogliamo. Perché le lotte per il lavoro, per la difesa dell'ambiente, per il diritto alla salute, per l'istruzione e la cultura, per i diritti civili, contro il razzismo ed ogni forma di fascismo sono lotte che devono unire tutti i cittadini democratici. Sono lotte di tutti.

E allora facciamo tutti lo sforzo di guardare ciò che ci unisce piuttosto che quei pochi particolari che potrebbero dividerci.

Prima di tutto difendiamo, insieme, la nostra bellissima Costituzione e poi, uniamo le lotte, le esperienze, le energie.

Perché il Paese vero siamo noi, non la finanza, non i mercati, non i politici al servizio di questi ultimi. 

Non possiamo e non vogliamo lasciarlo nelle loro mani.

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giovedì 25 luglio 2013

LA NUOVA SINISTRA

Una forza di sinistra fuori e contro il Pd – Alfonso Gianni (Il Manifesto)


25/7/2013
L’azione dal basso non basta, troppi cantieri mai aperti, serve un’assunzione di responsabilità. E da Messina, con l’elezione del nuovo sindaco, arriva un segnale.
Può succedere persino che un dibattito finora insabbiato nelle speculazioni sulle quotidiane interviste di Matteo Renzi o le facete proposte di congressi paralleli e convergenti fra grandi e piccole forze di una coalizione che dopo avere perso di fatto le elezioni si trova divisa fra governo e opposizione – pessimo oltre l’immaginabile il primo quanto inadeguata la seconda, se non altro per mancanza di insediamento sociale, si pensi solo all’astensionismo – riceva improvvisamente una scossa da nuovi fatti e argomenti. Quando succede non bisogna perdere l’occasione per tentare di rivivificare una sinistra d’alternativa che pare anch’essa “in sonno”.

Mi riferisco ad esempio all’esito di un’elezione paradigmatica, quella di Messina, su cui così poco si è ragionato. Ed è un peccato perché non si tratta di una tarda propaggine dei successi elettorali, alcuni già un po’ ingialliti, di Milano, di Genova, di Cagliari o di Napoli, ma di un risultato nuovo e originale, costruito completamente al di fuori del quadro politico dato e fondato sulla capacità di aggregazione dei movimenti, delle loro nuove pratiche di democrazia diretta, o, meglio, deliberativa e delle intelligenze politiche presenti al loro interno.



Sull’altro lato, quello del dibattito vero è proprio, si collocano con evidenza la discussione promossa da un supplemento all’ultimo numero di Micromega e due articoli pubblicati su questo giornale (Marco Revelli e Giorgio Airaudo in coppia con Giulio Marcon). Tutti questi hanno un tratto comune che va valorizzato: l’obiettivo della costruzione di una nuova soggettività politica della sinistra in connessione con lo sviluppo della sinistra diffusa nella società.

Se il tentativo di Micromega si era risolto con un mezzo insuccesso, secondo la severa autoanalisi dello stesso Paolo Flores d’Arcais, non era però trascorso invano, visto che nella sostanza soprattutto l’articolo di Revelli ne riprende i temi. In particolare quello della insufficienza di una azione dal “basso” e della necessità di un ente “catalizzatore”, ovvero «di qualcuno – un gruppo di donne e di uomini – che dall”alto’ dia un segnale con pochi semplici denominatori comuni», dalla difesa intransigente della Costituzione, al primato del lavoro, passando per la difesa dei beni comuni, per imporre all’Europa un cambio radicale della sua politica economica e al nostro paese una bonifica politica e morale.

Un compito tanto più urgente se si registra che anche Casaleggio, il guru di Grillo, prevede rivolte per autunno (c’è solo da stupirsi che non ci siano state finora) e queste rischiano di consumarsi in esplosioni isolate se non incrociano almeno un abbozzo di forza alternativa dotata di un programma e di una ferma determinazione di radicale cambiamento.

Una discussione di questo genere non può venire isolata in un resort, ma tanto meno lasciata all’equivoco delle primarie o delle tante promesse di cantieri della sinistra che mai si aprono e tantomeno si chiudono con un qualcosa di fatto. C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità di quel quadro pensante, diffuso e privo di contorni partitici, ma pure esistente e resistente, intrecciato con esperienze di movimento, di ricerca intellettuale, di militanza sindacale, di costruzione di nuovo senso di sinistra nella società.

Non saprei dire quale è il numero delle questioni da porre per dare concretezza ad una simile discussione. Probabilmente più delle quattro cui fanno riferimento Airaudo e Marcon. Ciò che conta è il punto di partenza e la linea di direzione verso un possibile approdo, pur da verificare e rettificare quanto si vuole strada facendo.

La premessa non può non essere che la constatazione della morte dell’attuale centrosinistra. L’operazione è cominciata con il governo Monti, contando già su solide premesse; è stata ispirata, sostanziata e guidata dalle scelte della nuova governance europea; è approdata a «quell’odore marcio del compromesso» di cui ha scritto Barbara Spinelli, che è tale proprio perché a lungo covato. Solo il non esito, questo difficilmente prevedibile, delle ultime elezioni politiche ha fatto sì che Sel, contrariamente alla retorica governista sviluppata negli ultimi tempi, si trovasse all’opposizione e il Pdl per intero al governo.

Ma la Grosse Koalition non è un’invenzione dell’ultima ora. Parafrasando Giulio Bollati – quando parlava del fascismo, che è cosa diversissima, per dire che non era improvviso né imprevedibile – «il fenomeno può essere condensato in una formula: nulla è (nelle larghe intese) quod prius non fuerit nella società, nella cultura, nella politica italiana, tranne che (le larghe intese) stesse» da almeno 25 anni a questa parte. Infatti questa forma di governo a-democratica, prima ancora che tecnocratica, è la più congrua al capitalismo finanziario nel quadro europeo.

Il Pd è diventato il pivot di questa politica. Non ha senso proporsi di modificarlo all’interno (oltretutto tutti lavorano per Renzi) né attenderne la possibile implosione. Il “campo del cambiamento” va organizzato fuori e contro. La caduta del governo Letta è il primo compito di un’opposizione di sinistra che si rispetti e non può essere messo in ombra da calcoli congressuali. Se entro l’anno si giungesse a una grande manifestazione nazionale contro il governo, capace di raccogliere tutte le forze che ad esso si oppongono, questo sarebbe l’unico modo per cambiare tutte le agende politiche.

Coerentemente lo sbocco europeo deve essere ricercato nel campo della sinistra di alternativa su scala continentale. Serve una campagna di massa, capace di unire i temi della concreta sofferenza sociale con le cause che la provocano e che stanno nelle politiche di austerità di Bruxelles, ma a questa non si potrà poi dare una rappresentanza politica scelta nell’ambito di quel socialismo europeo che, a partire dalla Germania, si attrezza a essere garante di quelle politiche.

Le possibilità vanno raccolte da subito senza timidezza o pretese di primogenitura, ma avendo il coraggio di produrre scelte di campo nette e riconoscibili.

Per leggere l'articolo sul sito di Alba Nazionale clicca qui


martedì 23 luglio 2013

COMUNICATO STAMPA MOVIMENTO NO TEM: SULLA TEM INFORMAZIONE MANIPOLATA

In Italia esiste un oggettivo problema di manipolazione dell'informazione. I mass media (che si sia in ambito nazionale, regionale o locale) troppo spesso agiscono più per compiacere il potere che per controllarlo.
Le grandi opere sono un esempio evidente di questa tendenza. Un po' ovunque nel Paese si cerca di far passare progetti dannosi per il territorio, antieconomici ed espressione di un modello di sviluppo arretrato come soluzioni moderne ed efficaci da contrapporre alla crisi dell'economia.
Nella nostra zona possiamo portare l'esempio della TEM, opera ad altissimo impatto ambientale, che comporterebbe la perdita di ampie pozioni di terreno verde ed un aumento di traffico, rumore ed inquinamento a ridosso di numerosi centri abitati senza generare nessun beneficio per i cittadini. La Tangenziale Est Esterna non piace agli abitanti delle zone che dovrebbero esserne attraversate, ma è fortemente voluta da chi vuole speculare sul territorio. Sulla stampa e sulle televisioni locali però, spesso le notizia vengono riportate in modo da far apparire le cose diversamente, sia nel descrivere l'opera in sé, sia nel raccontare le reazioni della popolazione.

Qui di seguito riportiamo un comunicato stampa del Movimento No Tem emesso ieri ed avente come argomento proprio il comportamento scorretto dei mezzi di informazione.
Lo condividiamo e riteniamo che dovrebbe essere diffuso il più possibile, perché le persone hanno diritto di sapere come stanno realmente le cose.

COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO NO TEM
Dopo aver visto i vergognosi  servizi del TG Antenna 3 e Telicity 7 gold e gli  articoli pubblicati dall’agenzia di stampa Agenord relativamente all’assemblea pubblica che si è tenuta a Vizzolo Predabissi mercoledì, e costernati dalla palese manipolazione dei fatti, riteniamo  doveroso  informare I cittadini, a partire dal Sindaco Mario Mazza, le persone intervenute all’assemblea, e tutti coloro che seguono le vicende legate alla TEM, sulle mistificazioni di una stampa contigua e connivente con chi depreda i Beni e le finanze pubbliche arruolata a recepire incondizionatamente gli “ordini di stampa “del regime dell'asfalto.
Non parliamo della clamorosa partigianeria dei servizi creati ad hoc dall'Ufficio Comunicazione di Tangenziale Esterna SpA, perché ovviamente quelli fanno il loro sporco lavoro, ovvero vendere il loro pacchetto, ma appunto dei servizi dove tutto si vede e si legge tranne ciò che è successo realmente in sala.
Oggi non ci interessa spiegare le ragioni della nostra contrarietà all’opera, ma ristabilire un minimo di verità giornanlistica. All’Assemblea c’erano circa 100 persone, di cui almeno 50  provenienti dalle realta'  NO TEM. Erano presenti Legambiente, Associazione Parco Sud e WWF, ormai nemmeno di loro si dà più notizia. Ci fa piacere averli tra i dissidenti.
Gli interventi dei SI-TEM sono stati 4, come il numero di persone presenti ad affiggere I loro striscioni, fuori dalla sala, ad assemblea già iniziata ,forse grazie ad una regia ben architettata. I servizi televisivi si sono  “dimenticati” delle tante, troppe, voci contrarie, alle quali alla luce anche dei tanti applausi ricevuti sarebbe stato normale e democratico fare qualche domanda.
Forse I giornalisti avrebbero potuto porre ai vertici di TEM qualcuna delle domande a cui non hanno dato risposta, a partire da quella sui loro emolumenti annuali, che inspiegabilmente aumentano ad ogni bilancio.
Vi ricordate il MinCulPop? Quelli visti a VIzzolo l’altra sera paiono omuncoli prezzolati, mandati in giro a far riprese ad uso e consumo del padrone e quando la realtà offre qualcosa di diverso da raccontare, spengono microfoni e telecamere e si attengono alle “veline” impartite.

Noi ce lo ricordiamo  bene , cosa fu il Ministero della Cultura Popolare istituito nel 1937..