venerdì 31 maggio 2013

NON DOBBIAMO RINUNCIARE ALLA RAPPRESENTANZA

Il sistema politico-partitico è in crisi gravissima.

Centrodestra e centrosinistra continuano a perdere voti e rappresentano solo gli interessi dei gruppi economici cui fanno riferimento.

Occorre agire, ora, per costruire l'alternativa. Vi proponiamo un interessantissima riflessione di Andrea Bagni, pubblicata sul sito di Alba nazionale (http://www.soggettopoliticonuovo.it/)



Ex voto, dall’abisso della rappresentanza – Andrea Bagni (Ècole)

29/5/2013
Quella di marzo è stata una svolta politica che è risuonata dappertutto. Qualcosa è sembrato cambiare radicalmente e definitivamente. È stato il crollo di Bisanzio che ha descritto Revelli, o la sua delocalizzazione in una specie di outlet village fuori dal mondo. Con il centrosinistra che ha sciolto in un rapido addio un lungo equivoco. Con le regioni più politicizzate d’Italia che abbandonano in massa i seggi elettorali e scavano un amaro abisso fra società e istituzioni.
Un collega dopo la rielezione di Napolitano mi ha detto sorridendo, Ora forse nascerà qualcosa di nuovo, finalmente… E stavolta ci sta che lo voti anch’io. Però era un po’ mogio. I miei colleghi sono un interessante campo di osservazione. Rappresentano il mondo dell’opinione democratica, quella che si entusiasma (giustamente) per Barbara Spinelli e vorrebbe un centrosinistra decente almeno come linguaggio e stile istituzionale. La sensazione era che con la candidatura di Rodotà qualcosa si apriva e poteva riguardare una volta tanto anche “loro”: non solo la sinistra radicale e un po’ patetica di sempre.
Perché il sistema parlamentare sconvolto dal voto ha reagito non solo rifiutando ogni cambiamento ma praticando una sorta di rinuncia a esistere, una cessione di sovranità. Una sbalorditiva confessione di impotenza. Di paura e di estraneità. (Vedi l’idea del minuto di silenzio per la morte di Andreotti, negli stadi… Qualcuno immaginava la condivisione popolare del lutto. E infatti è stato un diluvio di fischi, una radio di Firenze ha letto i nomi dei morti per mafia, nella curva del Torino sono apparse le foto di Borsellino e Falcone).
E infine, in nome di uno stato d’emergenza permanente che obbligherebbe alla delega e all’obbedienza assolute, viene riconfermata la più totale continuità con le politiche recessive ottusamente liberiste per le quali la democrazia, il dibattito pubblico, il confronto delle idee, sono un pericolo mortale: un lusso che non ci possiamo più permettere. Nella crisi è clamorosa la scissione fra capitalismo neoliberista – che non cancella il ruolo degli stati ma li subordina a sé in funzione autoritaria e di controllo – e democrazia costituzionale. Quella democrazia che ha prodotto lo stato sociale e caratterizzato il modello europeo, non a caso oggi in discussione. Non c’è unità possibile per una somma di governi in competizione, privi di demos e di politica. La critica dell’autoritarismo, del presidenzialismo, dell’esproprio delle decisioni sulla propria vita – e sulla propria morte -, è critica a un modello di economia e società che tutto subordina al comando dei mercati, degli stati e della Chiesa. Garanti dell’ordine del materiale e dell’immaginario.
In questo stato siamo.
È anche vero, però, che il paese ha reagito a questo disastro del sistema rappresentativo. Certo, anche con sgomento. Anche smettendo di andare a votare, come vediamo oggi.
In una settimana è cambiato l’intero film raccontato nella programmazione pre-elettorale. Il “voto utile” al centrosinistra per bloccare Berlusconi si è ritrovato in una Santa Alleanza a guida trascendente, presidenziale, e sede ad Arcore. Con la squadra Letta-Alfano che si ritira “per fare spogliatoio”… L’antiberlusconismo peraltro non è mai stato solo questione di stile, utile a nascondere i veri contenuti: della serie sono comunque tutti liberisti antipopolari e antioperai, a noi di sinistra non interessa questa roba da salotto. C’è un’idea e un’etica della democrazia in gioco. La mentalità proprietaria di Arcore sui corpi notturni giovanili è un altro lato del potere del denaro, della mercificazione universale, della violenza simbolica maschile. Proust, quando si accorge che per l’amico la foto di Albertine “fuggitiva” è una discreta delusione, scrive che lascia volentieri le belle donne agli uomini privi di fantasia. Infermiere e suore sexy sono per i compratori finali poveri di spirito e d’immaginazione.
E però la reazione non è stata solo di sgomento. C’è un’Italia che si è anche riconosciuta altrove. Si è schierata con Rodotà una parte tutt’altro che minoritaria del paese. Non per trovare un altro Padre Trascendente cui affidarsi: per indicare un’alternativa di democrazia e laicità. Rodotà è stato una metafora, il simbolo di questo diverso paese. Paese reale. Non importa quanto deluso e frustrato, ancora una volta. Un paese che continua ad appassionarsi, sperare e investire nella speranza.
Certo sappiamo che non si tratta di affidarsi a un nome e a un volto. Come non si trattava di puntare tutto su De Magistris e Pisapia. Il risultato rischia di deludere sempre se fra la rappresentanza e i singoli cittadini non si costruisce niente. Se oltre i soggetti non c’è una soggettività politica.
Tuttavia una speranza è un segno di vita. Al di là degli esiti, c’è uno spazio teorico e perfino emotivo, un sentimento politico da cui queste passioni nascono. Questo accendersi della partecipazione – che se anche passa e sembra spegnersi è comunque stata. Indica una possibilità di resistenza ed esistenza. La capacità di resistere perché si esiste.
Bisognerebbe riuscire a incontrarsi, chiedersi che si vuol fare da grandi, non solo ogni tanto sentirsi figli di qualcuno. Bisognerebbe sentirsi fratelli e sorelle e imparare a farne a meno. Come è giusto che accada prima o poi con i padri – sempre in qualche modo lontani da Itaca.
Però questo mondo democratico tende ad aspettare, come i miei colleghi. Quando è attivo è società che si occupa di società più che di istituzioni rappresentative. A volte con un desiderio triste di riduzione del danno: almeno non abbiamo Berlusconi ministro, Brunetta all’economia, Gelmini all’istruzione. Nella sala docenti anni fa sotto il cartello Vietato fumare era scritto, Non buttate le cicche per terra. Come in subordine fosse ormai la nostra filosofia. Dalla scelta del male minore, al poteva andare anche peggio.
E tuttavia per questo mondo democratico radicale, che ormai sente come il diritto di decidere sulla propria vita, il lavoro, i beni comuni, sia già una politica economica e sociale per un’altra Europa, occorre costruire una rete di relazioni non episodiche, uno spazio d’incontro. E una qualche possibilità di rappresentanza. Non con l’obiettivo di una mini percentuale di testimonianza da sinistra radicale. L’ambizione deve essere alta – quanto è vasta quest’altra Italia. Altrimenti il rischio è che questa fibrillazione che abbiamo sentito resti tale e alla fine diventi estraneità, passività o rabbia. E poi la rabbia difesa dei penultimi dagli ultimi, dell’italianità dagli invasori. Sarebbe il via libera da una società svuotata di vita a un ceto politico di anime morte.
Bisogna mettere in scena un’alternativa, una coalizione democratica. Pensieri e parole che facciano saltare lo spettacolo e liberino donne e uomini dall’essere “pubblico” di uno show in uno spazio politico privatizzato. Audience. Forse oggi non c’è neppure bisogno di aggiungere molto a coalizione democratica. La democrazia costituzionale è divenuta (come già la prima volta) rivoluzionaria. Esprime un’idea di società incompatibile con il neoliberismo che tutto riduce a merce, calcolo e profitti.
Certo, l’abbiamo detto già molte volte. Certo, ci abbiamo già provato. Fuori delle mura di Bisanzio circola anche lo scoraggiamento dell’impotenza, la solitudine densamente popolata d’una moltitudine smarrita. E sento già i commenti dei colleghi. Ancora?, di nuovo un cantiere, costituente consulta rete lista zattera, altri tentativi di mettere insieme… Che palle. Chiamaci quando avete finito. Alba ci prova ma se resta Alba ci vorrà una vita. Libertà e Giustizia non si muove facilmente, Micromega fa una rivista, Emergency fa Emergency, Libera l’antimafia. La Fiom fa la Fiom. E gli incazzati che votano Pd continueranno a votarlo incazzati.
Tutto giusto mi sa. Siamo stanchi di provare, lasciamo perdere.
E però nulla riposa della vita come la vita. Quel “sentimento”, quel progetto politico che esiste anche attraverso la sua assenza, è un desiderio che resiste. Malgrado tutto, malgrado noi. Secondo me bisogna continuare a provare. Alle sconfitte si sopravvive. Le rinunce fanno morire democristiani. O peggio.


CIAO FRANCA

Alba Martesana rende omaggio alla grande Franca Rame, scomparsa il 29 maggio scorso.

Vi suggeriamo di leggere l'articolo pubblicato su Brugherio Futura Blog, che trascriviamo qui sotto.

Da Brugherio Futura Blog.
Ieri, 29 maggio 2013, è morta Franca Rame.
Quotiamo il sito www.jacopofo.com“Milano rende omaggio a Franca Rame al Piccolo Teatro, luogo dove iniziò la sua avventura artistica con Dario Fo.
Dalle 11 di domani mattina, giovedì 30 maggio, e sino alle 9 di venerdì (quindi anche nella notte) nel foyer del Piccolo Teatro Grassi di via Rovello sarà possibile salutare la straordinaria donna, attrice e protagonista di tante battaglie civili.
Il feretro sarà poi accompagnato per l’ultimo saluto, la mattina di venerdì, al Teatro Strehler di Largo Greppi, dove alle 11 verranno ricordati la vita e l’impegno di Franca.
Ringraziamo tutti per l’immenso affetto che ci state dimostrando in questo momento.”
Franca Rame2
Franca è stata immensa come attrice, come artista, come donna, come attivista politica.
Eppure, di fronte alla scomparsa di una persona di tale caratura ... (continua a leggere).

mercoledì 22 maggio 2013

BELLUSCO: NO AL CENTRO SPORTIVO CHE SOTTRAE AREE VERDI

Come abbiamo scritto in precedenti articoli, la questione della tutela del territorio e della lotta al consumo di suolo è una delle priorità di Alba Martesana.

Per questo motivo, nel nostro territorio, siamo impegnati nelle varie lotte che hanno come scopo quello di contrastare la cementificazione e valorizzare il territorio ed il paesaggio come elementi fondamentali per il benessere degli esseri viventi e come base attraverso la quale introdurre un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale.



Appoggiamo quindi l'attività del Comitato che a Bellusco (MB) si è recentemente attivato per impedire che l'Amministrazione Comunale consumi delle aree verdi per realizzare un nuovo centro sportivo che alla città non serve.

Trascriviamo qui di seguito l'appello  lanciato dal Comitato (con relativa raccolta firme) nel pieno spirito della Mozione approvata dal Forum Salviamo il Paesaggio nell'Assemblea Nazionale del 4 maggio 2013 (ne abbiamo palato nell'articolo che puoi leggere cliccando qui).

Per informazioni, potete contattare il Comitato in occasione dei banchetti che organizza sul territorio di Bellusco, oppure scrivere a alba.martesana@gmail.com 



SALVIAMO IL PAESAGGIO!
ATTENZIONE: RISCHIAMO DI PERDERE UN’ALTRA FETTA DI TERRITORIO AGRICOLO E NATURALE

Ci risiamo: l’Amministrazione comunale ha bandito un concorso d’idee, per destinare una vasta area a est del paese a sport e tempo libero, con strutture sportive/di servizio e di ristoro/soci per il tennis (6ooo mq), con la possibilità di “futuri sviluppi di pianificazione urbanistica con finalità pubbliche” e di “un’attività economica che possa garantire la copertura dei costi di manutenzione/gestione dell’area”.

L’Amministrazione non vuole prendere in considerazione il fatto che il consumo forsennato di suolo sta mandando allo sfascio il settore agricolo e che nelle aree già pubbliche sarebbe necessario il verde naturale, un bosco in città che tuteli i due importanti corridoi ecologici a ovest della stazione di trasferimento e l’area di rispetto del pozzo dell’acqua potabile di via Dolomiti, come prevede la normativa. Il nostro strumento urbanistico proclama la tutela della biodiversità, ma il verde previsto nel bando di concorso è attrezzato, con un prato fruibile in caso di spettacoli/eventi sovracomunali (che richiedono strutture), con servizi e parcheggi.

Inoltre la convenzione tra il Comune e la società gestore dei campi di calcio prevede “concimazione periodica; trattamento antigerminante e diserbante selettivo”, nonostante la zona sia già classificata come vulnerabile da nitrati di origine civile e agricola e il campo sia a meno di 200 metri dal pozzo.

Data la scarsa e calante richiesta di mercato, non si capisce perché l’Amministrazione continui a offrire aree di edificazione sovrabbondanti, come dimostra l’eccesso di unità abitative, commerciali e industriali vuote e invendute. Oggi nell’edilizia vengono investiti soprattutto soldi sporchi da riciclare.

Oltre un anno fa, il Forum Nazionale dei Movimenti per la Terra e per il Paesaggio ha chiesto a tutti i Comuni italiani di censire i vuoti, la cui conoscenza è assolutamente necessaria per una corretta pianificazione urbanistica, ma la nostra Amministrazione non ha risposto, come non aveva risposto alle nostre identiche richieste presentate nel 2009.

CHIEDIAMO

di colpire fiscalmente le unità vuote, per indurre i proprietari a mettere in vendita o in affitto le unità immobiliari, evitando di rovinare altri suoli agricoli; di ripristinare l’uso agricolo per le aree di edificazione che non sono state richieste, come ha fatto il Comune di Cesena; di non realizzare il centro sportivo di via Adamello, ma di realizzare qualche campo da tennis sul campo di calcio di via Pascoli, ottimizzando l’esistente; di coinvolgere l’opinione pubblica sulla proposta di crescita zero (consentendo però piccoli adeguamenti); di inserire l’area di Camuzzago e quella cimiteriale nel Parco del Rio Vallone. Se il verde dell’area cimiteriale è definito strategico dal Piano di Governo del Territorio (PGT), perché non è tale anche quello dell’area di Camuzzago, indispensabile per il corridoio ecologico est-ovest?
di tutelare in modo certo l’acqua potabile.

Bellusco, maggio 2013




SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI - RILANCIAMO LA MOZIONE APPROVATA DAL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO

Lo scorso 4 maggio si è tenuta a Bologna l'Assemblea Nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio - SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI.

L'Assemblea ha approvato una Mozione che noi di Alba Martesana condividiamo pienamente, facciamo nostra e rilanciamo con forza, in quanto riteniamo indispensabile che tutte le Istituzioni agiscano ora per fermare il consumo di territorio e introdurre un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale e sociale.

Sono temi a cui lavoriamo da sempre e ora più che mai sono al centro della nostra azione politica.

Dalla crisi si esce attraverso una riconversione ecologica dell'economia, non attraverso la speculazione edilizia.

Trascriviamo qui sotto il testo della mozione.

Per qualsiasi informazione è possibile consultare il sito internet del Forum: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/



MOZIONE APPROVATA IL 4 maggio 2013 A BOLOGNA
DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE
DEL FORUM SALVIAMO IL PAESAGGIO

Gli effetti della crisi ambientale, sociale, economica e finanziaria si sono esasperati nel corso dell'ultimo anno e mezzo, rendendo ancor più attuale e necessario il messaggio che abbiamo scelto di
racchiudere nel nome stesso della rete cui abbiamo dato vita nell'ottobre dell’anno 2011: “Salviamo il
paesaggio, difendiamo i territori”.

Per questo, le 911 organizzazioni aderenti al Forum italiano dei movimenti per la terra e il
paesaggio, che si è riunito a Bologna sabato 4 maggio 2013 per celebrare la sua terza assemblea
nazionale:

VOGLIONO ribadire con forza – chiedendo di condividere a tutti i livelli (politico, istituzionale,
associazionistico, privato) – il concetto che il suolo libero e il suolo fertile sono beni comuni degli
italiani, fondamento di tutte le funzioni ecosistemiche che stanno alla base della vita di ognuno,
dai quali si ricavano prima di tutto cibo, salute, sicurezza ambientale e bellezza, un immenso patrimonio culturale collettivo e condiviso, di questi tempi la più grande opportunità economica per la Nazione. Una risorsa insostituibile e non rinnovabile, sulla quale si può costruire il futuro del Paese e si possono creare tante opportunità di lavoro per le nuove generazioni;

VOGLIONO ribadire la necessità di considerare il valore assoluto ecologico-economico del suolo
libero e del suolo fertile;

VOGLIONO segnalare che il settore agricolo e il settore turistico, due grandi asset strategici del
Paese, generatori di cultura, benessere e ritorno economico, che sono stati troppo spesso relegati in
secondo piano da chi progetta il futuro dell’Italia, non possono prescindere dalla salvaguardia dei
territori liberi dal cemento, non consumati, non compromessi per sempre a scapito della collettività
per inseguire soltanto interessi privati.

INVITANO il governo a prendere atto che un ciclo economico fondato sul cemento che consuma nuovo suolo (libero e/o agricolo) è terminato, come ben evidenziano i dati sugli immobili costruiti negli ultimi anni e rimasti invenduti o mai immessi sul mercato (670mila, secondo Nomisma). Nel 2012 le
compravendite nel settore immobiliare sono state 444.018 e segnano un meno 25,8% rispetto al 2011
(Agenzia del territorio). Fatto 100 il dato del 2005, oggi l'indice misura 50 (fonte Banca d'Italia) e la
contrazione dei consumi di cemento tocca, a fine 2012, il meno 45% rispetto al “picco” del 2006, e un
meno 22% sul 2011 (Aitec), come confermato anche dalla scelta del principale operatore dell'industria
del cemento, che nell'ultima assemblea degli azionisti, a metà aprile, ha annunciato che ridurrà da 17 a 8 il numero degli impianti attivi sul territorio nazionale, consapevole di un trend ormai incontrovertibile.

CHIEDONO, pertanto, all'Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), all'UPI (Unione della
Province italiane) e alle Regioni di affiancare i comitati locali di “Salviamo il paesaggio” nella richiesta a tutti i propri aderenti di portare avanti il “censimento del cemento”, secondo lo schema elaborato dal nostro Forum, utile a fornire uno strumento di valutazione che permetterà di verificare la congruità delle previsioni di nuovi insediamenti residenziali, industriali/artigianali e commerciali, e di garantirne la realizzazione solo dove essi siano davvero necessari.

INVITANO le amministrazioni comunali a voler valutare con grande attenzione la recente sentenza del
Consiglio di Stato (6656/2012) in merito alla non esistenza di “diritti edificatori” di suoli non ancora
edificati, che evidenzia la non sussistenza di alcun fondamento giuridico sulla cui base il proprietario di un terreno possa rivendicare un “diritto preesistente” (per altro già preceduta da numerosi altri casi
giurisprudenziali antecedenti). Ciò offre, inoltre, un corretto approccio al concetto di “pianificazione” in funzione dello sviluppo complessivo e armonico di un territorio, che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli (non in astratto ma in relazione alle effettive esigenze di abitazione della comunità ed alle concrete vocazioni dei luoghi) sia dei valori ambientali, paesaggistici, di salvaguardia delle funzioni ecologiche e dei servizi ecosistemici, delle esigenze di tutela della salute, delle esigenze economico-sociali della comunità radicata sul territorio;

IMPEGNANO, al contempo, il Governo a inserire nel calendario dei lavori parlamentari quanto prima
presso le commissioni competenti il ddl “Salva suoli”, per realizzarne - in particolare - i punti che
prevedono una moratoria triennale sul consumo di nuovo suolo agricolo e di ricondurre l'utilizzo
degli oneri di urbanizzazione alle proprie finalità originarie, togliendo queste entrate dalla capacità di
spesa corrente degli enti locali;

RICHIEDONO, contestualmente, di pensare ad una riforma del sistema fiscale finalizzata a premiare le entità e le attività che lavorano per la conservazione e la riproduzione delle risorse e del paesaggio e a penalizzare le entità e le attività che, al contrario, contribuiscono allo spoglio del Capitale Naturale e del paesaggio;

INVITANO lo stesso esecutivo a non considerare una risposta alla crisi gli investimenti in (nuove)
autostrade, da realizzare in larga parte facendo ricorso allo strumento del project financing; quello che
a prima vista è un (possibile) palliativo di fronte alla crisi dell'industria delle costruzioni rischia di
trasformarsi in un boomerang, dato che è manifesta l'incapacità di finanziamento di queste opere da
parte del sistema bancario privato, una incapacità che – come dimostrano gli esempi lombardi di TEEM e Bre.Be.Mi. – finisce col far gravare il costo delle opere sui risparmiatori (quelli che tengono il proprio denaro depositato in libretti postali e Bfp, che forniscono liquidità a Cassa depositi e prestiti, ad esempio). L'Italia non ha bisogno di 32 nuove autostrade (Altreconomia), né di meccanismi come lo sconto fiscale introdotto a fine 2012 dal governo Monti o i project bond, varati dallo stesso esecutivo nel tentativo di avviare a tutti i costi i cantieri di “grandi opere inutili e dannose”.

SOLLECITANO, dunque, la necessità di cambiare l’approccio nei confronti delle infrastrutture: da
strutture d’innesco di sviluppo a strutture che accompagnino lo sviluppo.

RITENGONO, in merito al project financing, necessaria una moratoria sull'apertura di ogni nuovo
cantiere fino alla firma del finanziamento, il cosiddetto “closing finanziario”, e richiedono un bilancio
costi-benefici serio, almeno a medio termine, che includa anche i servizi degli ecosistemi e del
paesaggio, alla base di qualsiasi proposta;

INVITANO, sempre in merito alle grandi opere, il Governo a considerare conclusa, e con esito
fallimentare, l'esperienza della legge Obiettivo, che negli anni ha visto lievitare il numero delle opere
incluse nella stessa, ma ha mostrato una scarsissima capacità di portarle a termine (secondo un
dossier del Wwf, dopo dieci anni, a metà 2011, il numero delle opere terminate era di 30 per un costo
complessivo di 4,467 miliardi di euro, che sono equivalenti ad un modestissimo 1% del valore
complessivo del Programma);

prendendo atto delle recenti dichiarazioni di autorevoli rappresentanti di primarie associazioni datoriali e sindacali (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative e Fillea Cgil in primis) che sollecitano, concordemente con i nostri appelli, la necessità di riorientare il mercato edilizio verso il recupero del vasto stock immobiliare attualmente sfitto, vuoto o non utilizzato in luogo delle nuove edificazioni, INVITANO il mondo politico ed amministrativo a concentrarsi su una concreta valorizzazione del patrimonio esistente come leva sociale e anche economica - tenendo conto del sempre più urgente fabbisogno di edilizia residenziale pubblica e sociale, dunque, ponendo la pubblica amministrazione alla guida della fase di transizione senza condizionamenti da parte del libero mercato;

RICORDANO che la crisi economica attuale è anche frutto del "connubio perverso" tra finanza e
mercato immobiliare che ha trasformato le costruzioni in beni di investimento. La rendita passiva
in Italia copre il 32% del Pil (contro il 15% circa di economie più equilibrate) a scapito di settori
direttamente produttivi, della loro capacità di assorbire manodopera e di iniettare risorse attive nei
sistemi economici. Si continua a ritenere il "mattone" una leva di "crescita" mentre la grande quantità di invenduto mette in evidenza che è saltato il rapporto tra domanda e offerta e che continuare in questa direzione non può che aggravare la congiuntura negativa e allontanarci sempre più dallo sviluppo.

Vanno trovate soluzioni per limitare la rendita passiva e per controllare e redistribuire le plusvalenze
accumulate dall'immobiliare. La discussione sull'Imu, a scapito di interventi pubblici sull'occupazione o il welfare, non è che l'epilogo di una condizione dominata dalla rendita a scapito di impieghi produttivi delle risorse;

come conseguenza della contrazione negli investimenti in ambito infrastrutturale e nella produzione di
cemento, CHIEDONO di intervenire in modo adeguato in relazione al fabbisogno del materiale di
cava, promuovendo – laddove possibile – anche il riutilizzo del rifiuti proveniente da demolizioni,
oggi classificati come rifiuti speciali in modo “indifferenziato”;

SUGGERISCONO di dar corpo agli enunciati dell'Enea per il progetto di investire nel rendere più
efficienti il 35% degli edifici pubblici, consentendo il significativo avvio di una concreta attuazione di
politiche nazionali di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, nonché un risparmio immediato di circa il 20% della bolletta attuale e favorire un effetto positivo sull’economia del paese, stimato in un incremento di circa lo 0,6% del PIL.

SUGGERISCONO di lasciare la strada delle “grandi opere” per dedicarsi alle “piccole opere” di
riconversione ecologica, di lotta al dissesto idrogeologico, di percorsi ciclabili panoramici attorno alle
bellezze della nostra Italia.

SALUTANO la nascita, oggi a Milano, della Rete per una #MobilitàNuova, esperienza cui hanno
aderito molte della realtà aderenti al Forum, e in particolare i molti comitati che si oppongono alla
realizzazione di nuove autostrade. Siamo convinti che un'alleanza tra pedoni, pedali e pendolari possa
portare il Paese fuori dal paradigma “autocentrico”, in particolare attraverso l'adozione di un nuovo
modello di valutazione del fabbisogno infrastrutturale del Paese, che vada a canalizzare le risorse
pubbliche disponibili verso tutti quegli interventi che favoriscono una mobilità di tipo “dolce”, nel rispetto delle funzioni degli ecosistemi e della valorizzazione del paesaggio.

lunedì 13 maggio 2013

APPELLO CONTRO LA TEM, INUTILE E DANNOSA

Pubblichiamo di seguito l'appello emesso pochi giorni fa dal dal MOVIMENTO NO TEM - COMITATO NO TEM MELZO.

Anche noi crediamo in un Paese pieno di strade e di infrastrutture inutili, opere come la TEM, la Bre.Be.Mi, la Pedemontana, la TAV (solo per citarne alcune) dovrebbero essere definitivamente accantonate, per investire invece fondi nella riqualificazione del territorio e nella lotta al dissesto idrogeologico.

APPELLO

L'Amministrazione Comunale di Melzo ha nei giorni scorsi sottoscritto l'ennesimo accordo truffa con Te SpA. La bozza di convenzione prevede l'ampliamento della cava di Pozzuolo Martesana, che insisterà per un tratto anche sul territorio di Melzo, in cambio della cancellazione di quella di Gorgonzola.



Si fa di tutto per concedere facilitazioni a Tem, fin dal famoso accordo sul sovrappasso, in cambio di ipotetiche risorse che serviranno soltanto ad allestire un bel funerale alla città, al suo territorio, alla sua socialità.




Noi siamo da sempre contro quest'opera inutile e dannosa, non a parole, ma mettendoci la faccia ogni giorno, al contrario di questi politici da quattro soldi che hanno svenduto Melzo e i loro cittadini.




La Lombardiia è piena di cave, un disastro ambientale contro cui hanno lottato e lottano solo i comitati di cittadini coinvolti in questo scempio...se Te SpA vuole realizzare la sua vergogna, che prelevi la terra dalle troppe cave già esistenti. 


Se non fosse che non hanno dignità, nè politica nè intellettuale, si chiederebbe a sindaco ed assessori di dimettersi per avere agito contro gli interessi dei cittadini e del nostro territorio.



Chiediamo all'opinione pubblica melzese di reagire contro la politica del malaffare, senza progettualità ed idealità e totalmente assente rispetto ai veri problemi di lavoratori, pendolari, studenti, disoccupati e nuove povertà.

MOVIMENTO NO TEM - COMITATO NO TEM MELZO

Per visionare l'evento si facebook clicca qui.




giovedì 9 maggio 2013

ROMA, 18 MAGGIO 2013: MANIFESTAZIONE NAZIONALE FIOM

MANIFESTAZIONE DEL 18 MAGGIO A ROMA: COME PARTIRE DA MILANO CON I PULLMANS ORGANIZZATI DALLA FIOM



NON POSSIAMO PIU’ ASPETTARE

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA FIOM, NON SOLO DELLA FIOM:
SABATO 18 MAGGIO,ORE 9.30, ROMA, PIAZZA ESEDRA


PULLMANS DA MILANO:
PARTENZA VENERDI’17,ORE 23.30 DALLE FERMATE MM DI SESTO FS, GESSATE, FAMAGOSTA, MOLINO DORINO, SAN DONATO.


RITORNO SABATO 18, ORE 15.30 DA ROMA


PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 02-55025227


ITALIA: ASSALTO ALLA DEMOCRAZIA

Molti sembrano non accorgersene ma, in Italia, la Democrazia è in pericolo.

L'"indecente connubio" fra PD e Pdl e Montiani ha sovvertito e reso inutile l'esito delle ultime elezioni politiche, creando una situazione in diretta continuità con quella precedente alla tornata elettorale, nonostante le suddette tre forze politiche si fossero presentate agli elettori come avversarie e alternative le une alle altre.

Stessi partiti al governo, stesso Presidente della Repubblica, eletto nel modo che tutti sappiamo.

Sta prendendo forma il disegno dei Poteri Forti per consolidare il controllo sul nostro Paese: porre alla guida dello Stato un blocco politico conservatore che si occupi di "stabilizzare" (ma sarebbe più corretto dire immobilizzare) la politica nazionale, annullando ogni eventuale tentativo di cambiamento.

Per raggiungere l'obiettivo ogni mezzo è considerato lecito, dall'occupazione sistematica di tutti i ruoli fondamentali della pubblica amministrazione (un esempio evidente è la recente nomina dei presidenti delle Commissioni parlamentari), alla eliminazione di qualunque forma di dissenso sia all'interno che all'esterno delle Istituzioni, al controllo dei principali mezzi di comunicazione per garantirsi una informazione distorta e pilotata a proprio favore, alla annunciata riforma della Costituzione per concentrare il potere nelle mani di una sola persona (ad esempio attraverso la trasformazione della nostra Repubblica parlamentare in un semipresidenzialismo, che in realtà costituirebbe una diminuzione della Democrazia).

Recenti manifestazioni di protesta in Spagna. La stampa italiana non ne parla.


Le lobby finanziarie europee hanno affidato a PD-Pdl-Scelta Civica-Napolitano un compito: fare in modo che le politiche di rigore e austerità continuino ad essere applicate, che agli italiani continuino ad essere sottratti diritti e che il settore pubblico svenda il proprio patrimonio a vantaggio dei grandi gruppi economici privati. 

I cittadini non devono lamentarsi. Devono accettare la situazione di buon grado e continuare a lavorare e a produrre una ricchezza di cui non godranno. Se osano protestare la risposta è la repressione. Al giorno d'oggi in Italia basta organizzare una manifestazione per vedere schierati decine o centinaia di poliziotti in assetto anti sommossa che spesso danno luogo a cariche senza che ve ne sia alcun bisogno.

Non importa se chi manifesta sia uno studente, un lavoratore che rischia il licenziamento, un attivista che protesta contro la TAV o il MUOS. Devono tutti starsene zitti e obbedire agli ordini senza lamentarsi. 

Evidentemente i Poteri Forti ritengono pericoloso che gli italiani (e tutti gli altri europei) prendano coscienza della forza che risiede in un popolo che decide di ribellarsi. Hanno paura della forza della Democrazia.

Per questo motivo occorre che tutti quei soggetti che credono in quest'ultima, nella Libertà e nei valori su cui si basa la nostra Costituzione si mettano insieme per sconfiggere questa alleanza di forze autoritarie che rischia di trascinare il Paese verso un declino ancora più profondo di quello a cui lo ha portato l'ultimo ventennio politico condizionato da Berlusconi.

Questa unione delle forze sane del Paese è quello a cui sta lavorando Alba, nei territori, dove sono in corso le lotte. 

Unisciti a noi.

e-mail Alba Martesana: alba.martesana@gmail.com






VIAGGIO NELLO SFRUTTAMENTO: ASSEMBLEA PUBBLICA SULLE COOPERATIVE DI LAVORO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Sabato 11 Maggio ore 15.00 presso Arci Malabrocca di Pioltello Via della Stazione, 22.

Assemblea Pubblica : VIAGGIO NELLO SFRUTTAMENTO: ASSEMBLEA PUBBLICA SULLE COOPERATIVE DI LAVORO 

Programma: 

L’ Arci Malabrocca come realtà ospitante porta i saluti e aprirà l’assemblea

Luigi Brambillaschi aderente delle rete di solidarietà attiva Jabil spiegherà perché e come si è arrivati a organizzare questa assemblea

Interventi delle varie realtà di lotta:


Luis per l’Esselunga di Pioltello,
Arafat per l’Ikea di Piacenza,
Fabio Zerbini del Si Cobas per un quadro più “generale” del milanese
Rappresentanze sindacali ospedale S.Raffaele Milano ci racconteranno le loro lotte per il lavoro,
Ri Maflow ci spiegherà la loro esperienza Riciclo, riuso, riparazione, RAEE, WEEE, e-waste
il Presidio Jabil illustrerà l’evoluzione della loro lotta.

Dibattito aperto
Terminerà l’assemblea Matteo Frigerio per No –Austerity Milano porterà delle proposte concrete:


a) creazione di un riferimento in Martesana di –no Austerity (possibilmente un’assemblea che si ritrovi periodicamente;


b) Lancio della campagna di sostegno ai lavoratori Esselunga di Pioltello e del Gigante di Basiano che ne hanno urgente bisogno (verrà istituito un conto corrente apposito), cogliendo l’occasione della presenza di diverse realtà lavorative si cercherà di mettere in calendario delle iniziative unitarie.

Adesioni : PRESIDIO JABIL/ COMITATO NO TEM/NOKIA SIEMENS NETWORK/RI MALFLOW/USI-USB-RSU Ospedale San Raffaele di Milano/Fiom RSU Aastra Italia Cernusco sul Naviglio/Lavoratori Cooperative Polo logistico Ikea Piacentino/ Lavoratori cooperative Dhl Liscate/Arci Area/Arci Malabrocca/Nodo Alba- Milano/Csa Baraonda
Il comitato Organizzatore Rete di sostegno attiva Jabil/ No –Austerity/Arci Malabrocca



mercoledì 8 maggio 2013

A.L.B.A., IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE


ALBA aderisce a “Non è cosa vostra”. Manifestazione per la Costituzione promossa da Libertà e Giustizia il 2 giugno a Bologna


A.L.B.A. – Alleanza Lavoro, Benicomuni, AmbienteIl 2 giugno la nostra presenza alla manifestazione di Bologna è dettata dalla consapevolezza dei pericoli che sta correndo la nostra democrazia e dalla necessità di ricominciare a tessere una capacità di relazione e azione condivisa sui temi che, pur partendo da collocazione diverse, stanno ugualmente a cuore a tante e tanti: democrazia, Costituzione, rappresentanza; uscita dalla crisi attraverso una riconversione produttiva che metta in primo piano il rispetto della dignità del lavoro, l’ambiente e la giustizia sociale. L’attuazione cioè del dettato costituzionale.
L’attacco che ha subito e che a breve subirà la nostra Costituzione deve farci ritrovare la forza che abbiamo espresso nel 2006 per contrastare scellerati disegni autoritari e, nella consapevolezza delle nuove difficoltà derivanti dall’attuale quadro politico, per mettere in azione le volontà ed energie di tante persone che si sentono spaesate/tradite “dall’indecente connubio”.


A.L.B.A. – Alleanza Lavoro, Benicomuni, Ambiente

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