giovedì 21 marzo 2013

23 MARZO: ALBA MARTESANA IN VAL SUSA CONTRO LA TAV E A MILANO PER LA COSTITUZIONE

Il 23 marzo 2013 ALBA MARTESANA si sdoppia, perché parteciperà a due eventi contemporaneamente.

Si tratta di due importanti manifestazioni a cui vogliamo dare il nostro apporto.

La prima è la grande manifestazione contro la TAV che si svolgerà in Val di Susa, e di cui abbiamo parlato nell'articolo che potete leggere cliccando qui.

La seconda è quella che si svolgerà a Milano, in Largo Cairoli, a partire dalle ore 13.30 ed ha come scopo quello di far sentire la voce dell'opinione pubblica e fare finalmente applicare la Legge 361 del 1957, la quale stabilisce chiaramente che Silvio Berlusconi si trova (già a partire dal 1994 quando si candidò per la prima volta) in una condizione di ineleggibilità a causa di un evidente conflitto di interesse.


Noi di Alba Martesana crediamo che questa situazione debba finire, e che debba essere posta una conclusione immediata a questa situazione di illegittimità che sta favorendo l'uomo che, in vent'anni di attività politica, ha devastato il nostro Paese e che se le norme esistenti fossero state applicate non avrebbe potuto nemmeno presentarsi alle elezioni.

Qui di seguito potete leggere l'appello della campagna, lanciata da Micromega, mentre cliccando qui potete visionarlo sul sito Micromega-online, dove potrete anche firmare la petizione e cliccando qui potete collegarvi alla pagina che parla della manifestazione del 23 (in varie piazze d'Italia).

Vi aspettiamo in Val Susa e a Milano!


Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)


Una legge sul conflitto di interessi, che rende Berlusconi ineleggibile, esiste già. Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli chiedono al nuovo Parlamento che venga finalmente applicata, e Berlusconi non avrà più nessuna immunità di impunità.

Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio”.

Palese interpretazione da azzeccagarbugli, poiché come scrisse il presidente emerito della Corte Costituzionale Ettore Gallo “ciò che conta è la concreta effettiva presenza dell’interesse privato e personale nei rapporti con lo Stato”.
Tanto è vero che la “legge Mammì” del 6 agosto 1990, n° 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato stabiliva all’art. 12 il “Registro nazionale delle imprese radiotelevisive” e all’art. 17 comma 2 precisava che “qualora i concessionari privati siano costituiti in forma di società per azioni ecc. … la maggioranza delle azioni aventi diritto di voto e delle quote devono essere intestate a persone fisiche, o a società ecc. … purché siano comunque individuabili le persone fisiche che detengono o controllano le azioni aventi diritto al voto”.

MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato.

Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli



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